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Gli sgomberati «occupano» le vie di Roma

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Siè mosso ieri pomeriggio da via Cavour il corteo dei comitati di lotta per la casa contro gli sgomberi effettuati in questi giorni a Roma. I manifestanti, circa duecento, hanno raggiunto piazza Madonna di Loreto alle 20. In testa al corteo c'erano le famiglie dell'ex Regina Elena, bimbi compresi, sgomberate il primo settembre. Coordinatori della manifestazione i comitati di lotta per la casa, Action, il Comitato obiettivo casa, i Blocchi precari metropolitani e il Comitato popolare di lotta per la casa. Hanno aderito, tra gli altri, il sindacato Usi, il Prc, Sinistra e libertà. Tra i manifestanti c'era anche il presidente dell'XI Municipio Andrea Catarci, i consiglieri regionali Anna Pizzo, Peppe Mariani, Ivano Peduzzi, e il consigliere provinciale Gianluca Peciola. Tra gli striscioni, i più significativi erano «Mai più sgomberi, Roma non si chiude» e «Ci volete sotto i ponti, ci vedrete sopra i tetti». A sfilare per il diritto alla casa c'erano anche alcuni cittadini de L'Aquila, rimasti senza un tetto con il terremoto. «Siamo venuti anche noi da L'Aquila - hanno spiegato - perché ci sembrava giusto essere vicini a chi vive problematiche come la nostra». Così il portavoce del gruppo aquilano, Enrico Ciccozzi di «Epicentro solidale», uno dei comitati sorti dopo il sisma del 6 aprile. «Questa potremmo definirla solidarietà al contrario - ha detto ancora Ciccozzi - Fino ad ora sono venuti sempre da Roma L'Aquila per starci vicino: questa volta siamo venuti noi da L'Aquila a Roma». Insieme a lui c'erano i rappresentanti del comitato «3 e 32», che hanno portato prodotti alimentari tipici dell'Abruzzo che alla fine del corteo sono stati distribuiti ai «senza casa» della tendopoli allestita a piazza Madonna di Loreto. Oltre un centinaio di manifestanti, al grido di «Vergogna, vergogna» ha occupato la reception del quotidiano Il Messaggero, in via del Tritone, per protestare contro quella che i manifestanti hanno definito «una campagna denigratoria compiuta contro i movimenti per il diritto alla casa». Oggi il quotidiano romano ha pubblicato la notizia che la procura di Roma ha aperto un'inchiesta contro il racket delle occupazioni. I manifestanti, provenienti da un corteo che si era svolto nel pomeriggio per le strade del centro della città, che hanno chiesto di parlare al direttore del quotidiano, hanno lanciato in aria copie del giornale e rotoli di carta igienica sull'insegna luminosa del quotidiano, bloccando poi il traffico in via del Tritone. Sul posto è giunta la polizia in tenuta antisommossa. I manifestanti hanno lasciato la sede del quotidiano in tarda serata. Una loro delegazione, hanno detto, è stata ricevuta dal vicedirettore Alessandro Barbano. Solidarietà alla redazione del quotidiano dal sindaco Alemanno. Ieri, intanto, gli sgomberi sono continuati: polizia e carabinieri, sulla base di un'ordinanza del sindaco di Grottaferrata, ai Castelli Romani, hanno allontanato i residenti abusivi del centro sportivo La Madonnella, di proprietà comunale, occupato dal 30 giugno da una cinquantina di persone vicine al movimento di destra Casapound. Le operazioni di sgombero sarebbero state accelerate dall'esigenza di procedere all'appalto dei lavori di ristrutturazione dell'impianto sportivo, anche se Casapound ha risposto: «Ci cacciano per trasformare un centro sportivo in una beauty-farm». Sullo sgombero di Grottaferrata è intervenuto il sindaco Gianni Alemanno, a sostegno delle operazioni messe in atto dalla Prefettura: «Credo che la strada intrapresa sia quella di riportare verso la legalità tutto l'universo delle occupazioni. Come si è operato al Regina Elena e in via Salaria, così era giusto intervenire a Grottaferrata».

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