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Il Foro al collasso Appello ad Alfano

Giustizia

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Per il rientro dalle ferie giudiziarie sono attesi i primi rinforzi togati al Tribunale di Tivoli, dove sono dati in arrivo un nuovo presidente di sezione e due giudici. Un piccolo cadeau per i suoi primi dieci anni di vita, che il palazzo di giustizia di viale Arnaldi, istituito nel 1999 ma reso operativo dall'ottobre del 2001, sente abbondantemente, anche perché caricati sulle spalle di un organico che ha ancora un terzo di «personale vacante». Il peso della giustizia, in una giurisdizione di 78 Comuni e mezzo milione di residenti, è infatti amministrato attualmente da soli 110 addetti, con ben 37 caselle mancanti fra magistrati (ce ne sono 29, ne mancano all'appello 7), cancellieri, operatori, ausiliari (17 vacanti) e ufficiali giudiziari (13 in meno) nella pianta organica del foro tiburtino e delle due sedi distaccate di Palestrina e Castelnuovo di Porto. Un organico, quello del quarto Tribunale del Lazio, «attualmente sottodimensionato - ha ricordato in un recente convegno il presidente Bruno Ferraro - anche rispetto alla pianta delineata nel decreto del 2005». Ma da allora la popolazione è incrementata («c'è un giudice ogni 23 mila abitanti a fronte di uno ogni 6500 al Tribunale di Roma», ha calcolato l'associazione Legis) e la «mole di contenzioso sopportata appare esorbitante - ha scritto in un'interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia Angelino Alfano il deputato Antonio Rugghia (Pd) - e in continua crescita (si parla di circa 25 mila procedimenti iscritti contro noti ed ignoti, al 30 giugno 2008, contro i 19.985 del 2007)». E se all'incremento del carico di lavoro non è seguito l'adeguamento della pianta organica, i numeri del foro tiburtino ora «si rivelano sproporzionati rispetto ad altri bacini territoriali. Si pensi alle Procure di Viterbo e Frosinone, che hanno lo stesso numero di magistrati a fronte di una popolazione residente di circa 300 mila persone», ha quantificato Rugghia, che auspica l'apertura di un tavolo bipartisan col ministro Alfano sull'emergenza del palazzo di giustizia tiburtino. Dal quale i magistrati possono contare sulla «presenza di una sola compagnia della Guardia di Finanza a servizio dell'intero territorio della Procura nonché alle sole cinque compagnie dei Carabinieri ed un commissariato di polizia», ha aggiunto Rugghia. Mentre «ci sarebbe bisogno dei comandi dei gruppi delle diverse forze dell'ordine - ripete da tempo il procuratore capo Luigi De Ficchy - oltre che di una propria struttura penitenziaria». «Invece per fare l'andirivieni con i carceri romani - ha lamentato il presidente Ferraro - siamo costretti a utilizzare l'unica automobile di servizio disponibile». Ma non è solo il parco macchine a risultare sguarnito nel palazzo di viale Arnaldi, dove il bilancio si è ridotto dell'ottanta per cento negli ultimi cinque anni e il budget per il 2009 è già finito a giugno. E se il Tribunale ha potuto ovviare lanciando un appello alle aziende per sponsorizzare la fornitura gratuita del materiale di cancelleria («ma non è decoroso andare avanti così», ha commentato il presidente Ferraro), la situazione «è ancora difficile per la Procura, perché avere sponsor sarebbe imbarazzante», ha ricordato il responsabile della pubblica accusa De Ficchy. Che da tempo mette in guardia sul rischio-prescrizione aggravato dalle carenze di mezzi e personale: «nonostante tutto, nell'ultimo anno abbiamo istruito mille processi in più. Ma se poi il Tribunale non è in grado di celebrarli celermente si rischia la prescrizione di metà dei procedimenti fra il primo e il secondo grado, come nei casi di abusivismo, che sta devastando questo territorio».

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