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Fuori sede, pochi posti letto Nella Capitale è emergenza

Università

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L'impegno è tanto, ma la carenza di posti letto per gli universitari, a dir poco cronica. Così, anche se la Regione Lazio negli ultimi anni ha impegnato ingenti risorse per costruire nuove residenze e aumentare il numero dei posti letto disponibili, il popolo dei circa 70 mila «fuori sede» si muove tra annunci immobiliari sul mercato che promettono meraviglie e si rivelano il più delle volte fregature, prezzi proibitivi di stanze spesso da dividere in più persone, affitti rigorosamente in nero. I posti letto regionali, si diceva. L'obiettivo più volte dichiarato dall'assessore alla Scuola Silvia Costa è arrivare a quota quattromila entro il 2010.  Attualmente siamo a oltre la metà tra «vecchie» residenze restaurate e nuove appena inaugurate come via dell'Archeologia, via Angeloni e via Schiavonetti che contano all'incirca 600 posti. Si tratta di posti assegnati a chi ne ha diritto e quindi a studenti con un reddito Isee piuttosto basso. A questi, tuttavia, la Regione è riuscita ad assegnare negli ultimi quattro anni 845 posti alloggi per un totale di 1.804 alloggi. Poi c'è stata l'inaugurazione di nuove residenze e se ne attendono altre quattro in prossima consegna per ulteriori 816 posti. Insomma, i numeri direbbero che si è sulla strada giusta per dare una svolta a una situazione negli anni troppo a lungo ignorata nonostante il livello delle università del Lazio, e di Roma in particolare, crescesse facendo della città una meta ambita da migliaia di studenti ogni anno. Purtroppo per chi non rientra nelle graduatorie per l'assegnazione di un alloggio o di una borsa di studio, l'altra strada è quella del mercato privato. Una giungla di prezzi e di «sorprese». La prima è rappresentata dalla spesa che bisogna sobbarcarsi per ottenere una stanza magari nei pressi dell'Università. Raramente si scende sotto i 300 euro (spese escluse), più spesso vengono richiesti tra 400 e 600 euro con punte di 700-800 se si vive da soli o ci si trova in zone considerate di particolare pregio come Piazza Bologna. Si risparmia certo un po' di più scegliendo zone più lontane dalle sedi universitarie. Ad esempio, secondo l'associazione Codici che ha monitorato anche quest'anno i prezzi di una singola, al Prenestino, Casilino, Centocelle il massimo richiesto è 460 euro, a fronte, tuttavia, di una certa scomodità a raggiungere gli atenei con i mezzi pubblici. Lo stesso dicasi per San Giovanni. Anche in questo caso il prezzo massimo di una singola è 550 euro e la media viaggia sui 400-450 euro al mese. Negli ultimi dieci anni, ha calcolato di recente Unione Inquilini di Roma e Provincia che si è occupata più volte del problema del «caro affitti» per gli universitari, il costo di una stanza a Roma è più che raddoppiato. Di pari passo viaggia il problema degli affitti in nero, altro scandalo che ha portato anche negli ultimi mesi la Guardia di Finanza ad indagare scoprendo che il fenomeno è sempre più diffuso. Quando poi non si scopre che anche pagando cifre esose si rischia di abitare in stanze per niente degne di essere chiamate tali. Basta scorrere le lamentele degli studenti sui vari forum aperti su Internet per accorgersene. Si descrivono bagni fatiscenti, muri scrostati o annunci per niente corrispondenti alla realtà anche per quanto riguarda l'ubicazione dell'appartamento. La Regione ha avviato nel 2007 l'Agenzia Regionale degli Affitti per far incontrare in modo più facile la domanda e l'offerta dei posti letto e fornire assistenza per la stipula di contratti e questioni legali. «Una buona iniziativa – dice Massimo Pasquini, segretario dell'Unione Inquilini – che stenta però ancora a decollare».

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