Casa dello studente, regno del degrado
Doveva chiudere a fine 2008 per essere ristrutturata. Invece la scala C della Casa dello Studente in via Cesare De Lollis continua a ospitare universitari, che continuano a vivere in condizioni di degrado che loro stessi non esitano a definire «disumane». I lavori di ristrutturazione della scala A, invece, sono cominciati il 17 dicembre del 2007 e dovevano essere ultimati dall'impresa vincitrice dell'appalto il 9 aprile di quest'anno. Ma, a cinque mesi dalla scadenza del termine, le impalcature sono sempre lì, così come gli operai. La struttura è ancora chiusa. Benvenuti nella Casa dello Studente, che ospita gli universitari in sede, fuori sede o pendolari vincitori del bando Laziodisu, l'agenzia regionale per il diritto allo studio proprietaria della struttura e di altri ricoveri universitari per gli atenei della «Sapienza», di «Tor Vergata», di «Roma Tre», di Viterbo e di Cassino. Ad avere diritto allo studio sono matricole e studenti in corso che abbiano vinto il bando e conseguito il numero di crediti necessario. I più fortunati alloggiano in residenze universitarie nuove; chi è meno fortunato - alcune matricole in seconda o terza assegnazione e gli extrabando, quasi tutti laureandi - ha avuto in sorte la scala C della Casa dello Studente di via De Lollis. Una struttura teoricamente comodissima: è adiacente alla città universitaria della «Sapienza». Il problema è che dentro cade a pezzi. Al primo piano manca l'idrante, divelto dal muro e malinconicamente abbandonato in terrazzo. Gli studenti devono condividere «i bagni con un'emeroteca provvisoria e una sala riunioni - raccontano alcuni universitari - Il problema è che i servizi igienici sono privi di chiave che noi studenti dovremmo avere. Invece mancano proprio le serrature e possono essere usati anche da esterni. Inoltre manca la carta igienica». Per non parlare dei manicotti degli idranti del quarto e del terzo piano: manca il vetro di protezione. Le foto pubblicate rendono l'idea della situazione meglio di mille parole: scritte sui muri, macchie, umidità nei gabinetti e in alcune camere, nei giardini ricoveri per felini selvaggi e tavolini e panchine praticamente inservibili. «Così non si può vivere - racconta una residente che vuole rimanere anonima - Nelle stanze non possiamo tenere frigo, lavatrici, televisore e fornelli per cucinare, ma la mensa è chiusa e riaprirà ad ottobre, mentre quella di Economia è aperta solo a pranzo. Per non parlare di estranei, visitatori o amici degli studenti, che entrano dalle scale antincendio dopo la mezzanotte, quando la Casa dello Studente sarebbe chiusa. Non si potrebbe, ma lo fanno tutti: d'altronde manca una foresteria per parenti e conoscenti». Ma questa è un'altra storia. Ciò che fa più arrabbiare i ragazzi è la situazione di degrado. «Alcune residenze universitarie, quelle che appartengono alla società Valeda - racconta uno studente di Ingegneria - sono comode, così come altre di Laziodisu. Ma questa in via De Lollis è praticamente inagibile». La speranza è che la ristrutturazione parta il prima possibile e che finiscano presto i lavori nella scala A. Anche chi è fuori sede e non può permettersi un affitto astronomico ha diritto alla propria dignità.