Valle Aurelia L'ultima fornace a rischio crollo
Difronte al degrado continuo e alla possibilità di un crollo dell'alta ciminiera che emerge dal cumulo di rovi e di macerie, gli abitanti di via Baldo degli Ubaldi si chiedono: di che morte morirà la storica fornace di Valle Aurelia? E continuamente affermano: l'alta ciminiera sta ancora in piedi! Già perché molti cittadini del quartiere hanno creduto che sarebbe crollata, prima o poi, a seguito dei lavori di prolungamento della Metro A fino alla stazione Battistini, avvenuti nel 1998. La fornace invece resiste. «L'area vive e soffre da anni una situazione di stallo - dice il presidente del XVIII Municipio Daniele Giannini - il progetto del parco non è decollato e dopo tanti anni di abbandono è nata la speranza negli anni scorsi, grazie all'inserimento dell'area nell'articolo 11, di poter salvare la fornace utilizzando l'intervento di privati che erano stati autorizzati a costruire un centro commerciale e come contropartita si erano impegnati a recuperare il sito archeologico come opera di scomputo. L'attuale crisi economica - continua - e il proliferare di grandi esercizi commerciali nella zona ha di fatto scoraggiato l'inizio dei lavori e allo stato attuale tutto è fermo. Come municipalità ribadiamo la nostra contrarietà alla privatizzazione della fornace che deve rimanere spazio pubblico e, appena sarà possibile chiarire la situazione, siamo disposti a chiedere l'accesso al bilancio comunale e guidare il recupero del bene monumentale che, ripeto, deve rimanere pubblico». La fornace Vieschi si trova proprio davanti alla stazione della metro di Valle Aurelia ed è una delle 18 fabbriche di mattoni che, fin dall'antichità, sfruttando l'argilla estratta dalle cave dei Monti di Creta, o, più in basso di Monte del Gallo-Porta Cavalleggeri, hanno fornito materiale per costruire dapprima la Roma papalina e poi quella dei Savoia del regno d'Italia. Rimasta in funzione fino ai primi anni '60, la fabbrica dismessa, in pochissimo tempo è passata dall'abbandono alla fatiscenza. Per lunghi anni è stata dichiarata luogo da riqualificare ma nulla di concreto è stato fatto. Vicino alla fornace, fin dagli inizi del 1800, era cresciuto un abitato detto «borgo dei fornaciari» che negli anni cinquanta del '900 ospitava oltre duemila persone, poi ridottesi a meno di mille negli anni settanta fino all'estate del 1981, quando la ruspa comunale rase al suolo la parte più antica del quartiere, fatta eccezione per la vecchia chiesetta e una parte del borghetto ad essa adiacente. Quel che resta, importante testimonianza di urbanistica operaia, attende da decenni un adeguato recupero.