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Damiana Verucci In alcune stazioni ferroviarie mancano i bagni, in altre sono a dir poco indecenti.

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Anchein quelli a pagamento la situazione cambia poco. È il caso, ad esempio, di Valle Aurelia. Per andare in bagno bisogna dirigersi verso la metro perché in stazione non ci sono. Si pagano 50 centesimi e la porta automatica si apre. Li visitiamo di mattina presto e notiamo subito che la tazza è sporca, non c'è carta igienica, non possiamo lavarci le mani perché manca il sapone. Dunque paghiamo 50 centesimi a fronte di quali servizi? Peggio dove non si paga. È il caso della stazione San Pietro. Ancora sporcizia in terra, cattivo odore, non c'è l'indispensabile per l'uso dei servizi a cominciare dal sapone. Le porte dei bagni delle donne sono effettivamente rotte e la maniglia è sfondata così che diventa difficile anche chiudersi dentro. Una scena che per quanto riguarda la stazione San Pietro purtroppo abbiamo visto e fotografato già due anni fa in occasione di un nostro servizio sul degrado delle stazioni. Non va tanto meglio per altre stazioni centrali della Capitale, ad esempio Trastevere. Anche in questo caso c'è cattivo odore nonostante ci siano ancora fuori (visitiamo la stazione attorno alle 10 del mattino) i segni del passaggio di chi dovrebbe avere appena pulito. Troviamo la carta igienica, è vero, ma l'asciugatore elettrico è sfondato e non funzionante e lo specchio sopra il lavandino totalmente consumato. Migliore spettacolo ad Ostiense, nel nostro giro l'unica stazione a vantare bagni decenti. Le cose peggiorano di nuovo quando si parla di Tiburtina. Qui i bagni non mancano sia per gli uomini che per le donne, ma sono per lo più sporchi, maleodoranti, con l'acqua che esce copiosa dai water. Bagni a pagamento anche a Tuscolana. Sono due e si pagano sempre 50 centesimi. In questo caso però notiamo una maggiore pulizia generale. Che dire poi della mancanza di toilette pensate per i portatori di handicap? E delle decine di stazioni in cui i bagni non esistono proprio? Ad esempio alla Nomentana dove non mancano barboni e senza tetto a popolarla soprattutto quando scende la sera, una sorta di bagno a cielo aperto è diventata la rampa di accesso ai binari per i disabili. Basta percorrerla per rendersene conto. Fotoservizio Gmt

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