Tassa di soggiorno per i turisti
La proposta «aleggia» nelle stanze del palazzo Senatorio da diversi anni, ma stavolta l'introduzione di un obolo a carico dei turisti che vengono nella Capitale potrebbe davvero trasformarsi in realtà. E non solo alla luce di quel traguardo fissato dalla giunta Alemanno di portare il numero dei turisti in città da 13 a 20 milioni l'anno, ma anche per un aumento fisiologico delle spese che l'amministrazione deve affrontare in termini di servizi. A partire dalla pulizia della città. Probabile che non si chiami «tassa di soggiorno», ma il concetto è sempre quello: un contributo del turista (da uno a cinque euro) che si ferma in città. Si tratta di un contributo che si paga già ad esempio a Parigi, un euro a notte incluso nel prezzo della camera dell'albergo dove si pernotta; in Austria invece la tariffa è differenziata e va da un minimo di 0,40 cnetesimi a un massimo di 1,10 euro. Anche la Germania applica tariffe di soggiorno ma a discrezione dei singoli Land. A Roma il progetto giace già nel cassetto da diversi anni e la base dalla quale partire è quella di pagare un euro a stella alberghiera. Un costo irrisorio per il turista (spesso ignaro persino dell'esistenza della tassa) ma che significherebbe un'entrata per le casse capitoline di oltre 30 milioni di euro. Una cifra che potrebbe essere reinvestita non solo per migliorare la pulizia dei siti archeologici ma anche per la loro manutenzione. Ora, sospesa la pausa estiva in Campidoglio si ricomincia a parlare di bilancio e di come incrementare in modo equo le entrate. Al primo punto della riunione che si terrà lunedì prossimo c'è proprio l'annosa questione della tassa di soggiorno, che ben si presta ad essere una delle novità più eclatanti della manovra finanziaria capitolina per il 2010.