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Monte Caprino, regno del degrado

Monte Caprino tra rifiuti e degrado (Foto Gmt)

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È mai possibile che alle pendici del Campidoglio, il cuore pulsante della città, esista una delle condizioni di degrado peggiori di Roma? Mi riferisco a via Monte Caprino, sporcata da bottiglie di birra, cartacce e centinaia di profilattici. Basta inerpicarsi per il viale per rendersi conto di come sia impossibile fare una passeggiata, se non facendo lo slalom tra rifiuti di ogni genere. Portare i propri figli a fare un giro in un parco che potrebbe essere uno dei più belli della Capitale anche in considerazione della sua collocazione, è praticamente impossibile. E la situazione è la stessa da anni. I cumuli di spazzatura sono vecchi di mesi. Da cittadino sono indignato per una situazione del genere. E sono ancora più indignato del fatto che nessuno intervenga: né il Comune di Roma che dovrebbe tutelare il Campidoglio, ovvero casa propria, casa di tutti i romani; né l'Ama, che però incassa puntualmente dai cittadini la tariffa sui rifiuti; né i vigili urbani, che pur stando a pochi passi da lì non intervengono né di giorno né di notte. Massimo R. (e-mail) Il filo diretto con la cronaca di Roma. Potete inviare lettere, commenti e segnalazioni a questo indirizzo e-mail (clicca qui), al numero di fax 06/675.88.324 o via posta a Il Tempo - Lettere, piazza Colonna 366 - 00187 Roma. Una distesa infinita di rifiuti. Praticamente un parco ridotto a discarica tra bottiglie di birra, profilattici usati, cartacce, escrementi, pacchetti di sigarette, sacchi di plastica. L'ennesimo situazione di degrado non è uno sperduto giardino in qualche periferia ai margini della Capitale. No, lo scempio è quello che da anni caratterizza via di Monte Caprino. Campidoglio, pieno centro storico. Per chi parcheggia in piazza della Consolazione o in vico Jugario lo spettacolo alle pendici del colle capitolino è desolante: una distesa di carte di preservativi sporca l'antico vicus Jugarius, che collegava il Foro Romano al Foro Olitorio. Così come i resti del portico risalente alla fine della Repubblica all'angolo con via del Teatro Marcello è abbandonato al più completo degrado. Inerpicandosi sul Campidoglio, poi, la situazione è ben peggiore. Via di Monte Caprino (anticamente si chiamava Monte Tarpeo, poi nell'VIII secolo cambiò nome: una parte franò, dove sorgevano le colonne la vegetazione la faceva da padrone e, dicevano i romani dell'epoca, «lì potevano pascolare solo le capre») è una discarica a cielo aperto vera e propria. Di notte è teatro di incontri tra omosessuali. Su internet viene definito dai siti gay una delle mete principali per il battuage, termine tecnico per definire gli incontri gay all'aperto. Ma nella Capitale la zona è anche famosa per i «ragazzi di vita», per la prostituzione omosessuale. E i resti degli incontri notturni tra gay sono evidenti. Con conseguente degrado della zona. La cosa che colpisce è che questo scempio si trovi sul Campidoglio, una volta cuore pulsante della vita religiosa romana con i templi dedicati a Giove Capitolino, Giove Custode, Ops e Fide Publica e oggi centro nevralgico dell'amministrazione comunale. Ecco, alle pendici del palazzo senatorio dove c'è l'ufficio del sindaco Alemanno e dove si riuniscono giunta e consiglio comunale, a due passi dal comando dei vigili urbani e da alcune delle chiese più belle del centro prospera una delle situazioni di degrado peggiori di Roma. Davvero paradossale. E dire che l'Ama è già intervenuta numerose volte per rimuovere l'enorme massa di rifiuti. Ma non è bastato: i rifiuti sono sempre lì. Con evidente danno d'immagine. Dicono Paul e Rose, due turisti americani: «Com'è possibile che permettiate tutto ciò. Perché non interviene nessuno? Roma è una città bellissima, però non sapete curarla». Che cosa obiettare? Della stessa opinione tre ragazze giapponesi che passeggiano per i viali: «Sarebbe un posto bellissimo, ma così è davvero orrendo. Mette i brividi».

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