Sul fronte dell'Aniene, da sempre più biondo del Biondo e più inquinato del fratello maggiore Tevere, niente mucillagine.
Illavoro dei 14 Vigili del fuoco impegnati con 5 mezzi lungo le sue sponde, si è rivelato più difficile del previsto. La pulizia dell'alveo, che doveva essere completata entro ottobre, necessita invece di circa 16 mesi. Il calcolo è presto fatto, come suggiriscono gli stessi Vigili del fuoco. Il tratto di Aniene da ripulire, compreso tra Ponte Salario e il Grande raccordo anulare è lungo 16 chilometri, distanza che va raddoppiata per ognuna delle sponde. Dei 32 chilometri totali ne sono stati bonificati fino ad ora 8. L'intervento, eseguito in collaborazione con Ama, Regione Lazio e Protezione civile deve fare i conti con una situazione di degrado e abbondono delle sponde che si trascina ormai da anni. Anni di insediamenti abusivi lungo gli argini che hanno lasciato il segno anche dentro il fiume. Il lavoro dei pompieri non si limita, infatti, allo sfalcio di rovi e piante in eccedenza lungo le sponde per permettere all'acqua, in caso di piena, di defluire senza problemi lungo il suo tratto urbano. Il vero pericolo è adagiato sul letto del fiume che ha finito per sollevarsi formando in alcuni punti vere e proprie barriere all'acqua. Non è raro - e le scoperte degli addetti ai lavori lo confermano - imbattersi in frigoriferi, lavastoviglie e scaldabagni. Come non lo è ripescare carcasse di moto, auto e furgoni. Per questo è spesso necessario l'intervento dei sommozzatori. Il lavoro dei vigili del fuoco, però, si limita a ciò che si vede in superficie e i fantasmi nascosti sul fondo restano fantasmi.