Dall'ospedale lo sfogo di Dino: "Svastichella, mi hai rovinato"
«Mi hai rovinato la vita, hai lasciato un segno indelebile: non per la cicatrice ma per lo choc che non so quando supererò e per l'occasione che avevo di un lavoro e che adesso ho perso». Dino, omosessuale, 28 anni, da sei a Roma, da un letto d'ospedale al Sant'Eugenio si rivolge a «Svastichella», al secolo Alessandro Sardelli, il pregiudicato di 40 anni arrestato l'altra mattina e accusato di tentato omicidio perché sabato notte, all'Eur, all'uscita del Gay Village, avrebbe accoltellato lui e spaccato una bottiglia in testa al suo amico Giuseeppe, 44 anni, informatico in Spagna. Dino vorrebbe gridare. Ma non ce la fa. Ha il ventre tagliuzzato e un polmone bucato dalle coltellate. Ingurgita piccoli bocconi d'aria, parla e ingoia di nuovo. A ripetizione. «Ero venuto a Roma per vivere la mia omosessualità in modo libero e senza timori - dice - invece ho dovuto ricredermi. È da un anno che il clima si è fatto più pesante e non pensavo di diventarne protagonista in questo modo: di notte avevo paura che il mio aggressore scappasse e venisse a cercarmi in ospedale». Il futuro è incerto: «Non so se riuscirò a rimanere a Roma - riflette - A settembre avrei dovuto ottenere un lavoro come parrucchiere ma adesso non lo avrò più perché non so ancora quando riuscirò a rimettermi. Tornerò nel mio paese nei prossimi giorni per essere ancora assistito. Ero stato anche invitato al Gay Village per l'ultima serata, il 12 settembre, ma non ci tornerò perché sarebbe come rivivere un incubo in quello stesso posto dove sono stato accoltellato». Poi una piccola rivelazione: «Oltre all'aggressione subita - dice Dino - l'ultima cosa che avrebbero voluto i miei genitori era che si venisse a sapere che sono omosessuale». Di un'altra cosa il ragazzo è venuto a conoscenza, dell'attentato incendiario dell'altra notte alla discoteca «Muccassassina», frequentata da gay. «È impressionante che a distanza di poche ore dall'arresto del mio aggressore ci si sia stato un incendio in un locale gay a Roma. C'è bisogno di un piano di sicurezza - sottolinea - (Eur spa ha annunciato che presto monterà la videosorveglianza sul Gay Village)». Dino ha poco fiato ma non risparmia critiche: «Adesso mi aspetto che venga approvata la legge sull'omofobia. Sono felice che il sindaco Alemanno si sia mobilitato, ma doveva fare di più prima». Di quella notte, oltre alla violenza, al sangue, il patrrucchiere marchifiano ha impresse le immagini dell'indifferenza della gente che era al chiosco dei panini, che ha visto tutto e non ha mosso un dito. «Mi sono sentito un rifiuto dell'umanità - confessa - fortunatamente c'erano degli amici altrimenti sarei rimasto a terra nel sangue. Perfino un venditore ambulante di panini che era lì fuori si è rifiutato di aiutarmi, dicendo: "Toglietemelo di torno". Spero solo che adesso questa persona arrestata rimanga in carcere per più tempo possibile». Svastichella ha in tasca un certificato medico di seminfermità mentale. Oggi è previsto il suo interrogatorio in carcere da parte del giudice per le indagini preliminari, Renato Laviola, che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare richiesta dal pm Pietro Pollidori: poche ore l'aggressione, Sardelli era stato identificato dalla Squadra mobile e denunciato a piede libero per tentato omicidio. All'interrogatorio sarà presente anche l'avvocato di fiducia di Sardelli. Sulla questione sicurezza, l'Aricigay chiede un incontro col prefetto Giuseppe Pecoraro «per garantire maggiori controlli nella zone a rischio - dice il leader romano Fabrizio Marrazzo - Chiediamo più forze dell'ordine».