Attentato anti-gay al Qube
Il Qube di via di Portonaccio non è solo una discoteca per omosessuali. Lo è invece la serata Muccassassina, che, pur non impedendo l'ingresso agli etero, è di fatto un appuntamento fisso del Qube, il venerdì, dedicato a gay e lesbiche della Capitale. Martedì sera, alle 22, qualcuno ha fatto con molta probabilità "due più due" per gettare benzina sul fuoco dell'«ondata omofoba» - cavalcata a gran voce dalla comunità "omosex" di Roma - e liquido infiammabile contro l'ingresso della discoteca di Portonaccio in questi giorni chiusa per lavori di ristrutturazione. Poco dopo il principio d'incendio era già stato domato dai vigili del fuoco avvertiti da alcuni automobilisti di passaggio. Pochi danni, ma tanto fumo, mentre la comunità gay, ancora scossa dall'aggressione di sabato sera, è tutta presa dalla vicenda dell'arresto di Svastichella. Ed è proprio Dino, uno dei due ragazzi gay aggrediti, a commentare l'atto vandalico con parole inequivocabili: «Fuori di qui c'è una guerra di razzismo», mentre per il presidente dell'Arcigay nazionale Aurelio Mancuso il fatto del Qube è «un ulteriore attacco omofobo che si inserisce nel clima di tensione e paura che si vuole mantenere alto nella Capitale». Mentre Franco Grillini, presidente di Gaynet, azzarda, «l'attentato incendiario è probabilmente la risposta dell'estremismo romano di destra all'arresto di Svastichella e alla generale condanna dell'omofobia». «Un'omofobia di natura politica - dice Grillini - oltre che sociale». Che si tratti di una reazione politica alle prese di posizione stesse dalla Giunta capitolina di Alemanno è anche l'idea di Daniele Priori, vicepresidente nazionale di Gaylib, associazione di omosessuali più vicina al centrodestra: «Dalla feccia omofoba una vera strategia della tensione in segno di sfida alle istituzioni e all'impegno del sindaco in difesa della comunità gay romana, mai come ora sotto attacco. Ciò - sostiene Priori - manda in tilt questi delinquenti». «Per tutte queste ragioni - conclude Priori - serve un'estensione seria e programmata dei controlli delle forze dell'ordine nei luoghi di ritrovo gay, divenuti ormai punti sensibili». Anche per il sindaco si tratta «di un altro segnale molto preoccupante - dopo l'aggressione di Svastichella - che ci spinge a essere ancora più attenti». «Ribadisco - ha aggiunto - il pieno impegno del Comune e la necessità di una legge che dia le aggravanti a tutti i reati contro le persone, che hanno come motivazione l'intolleranza sessuale». «L'emergenza di un clima di intolleranza sessuale c'è e va affrontata» anche per il governatore del Lazio Piero Marrazzo. Ma a riportare l'ago della bilancia dal quadrante dell'omofobia a quello del vandalismo è stata proprio la responsabile del Qube, rispondendo al giornale web www.lunico.eu: «Non abbiamo elementi per confermare il movente omofobo del gesto incendiario, ma possiamo escludere intimidazioni o pressioni di altro genere. Le recenti aggressioni nei confronti di gay a Roma potrebbero suggerire una valutazione omofoba dell'accaduto, che resta probabile. Non ci metterei, però, la mano sul fuoco». «È più probabile - conclude la responsabile del locale - che si tratti dello scherzo di un cretino annoiato».