Tivoli, polizia al collasso
Unterritorio di circa 300 mila persone. Una trentina di uomini per mandare avanti un commissariato sempre più in difficoltà. E una sola volante della polizia. È la realtà di Tivoli che copre un'area vastissima, quella tiburtina, che comprende Fonte Nuova, Castel Madama, Guidonia (terza città del Lazio per numero di abitanti) e tutti i paesi fino al confine con l'Abruzzo. A denunciare la situazione sono i sindacati di polizia Sap e Ugl. Dal 31 luglio il commissariato non ha più un dirigente. Non è stato rimpiazzato da un pari grado ma dal sostituto commissario. L'organigramma ufficiale in realtà conta 86 agenti, ma di fatto solo una trentina svolgono regolarmente le attività. Il resto del personale, infatti, è aggregato presso altri commissariati o all'estero, in aspettativa, in malattia cronica o prossimo alla pensione. In questi ultimi weekend l'unica pattuglia in servizio non è potuta uscire. Gli ispettori hanno grandi difficoltà a condurre le indagini di polizia giudiziaria, dal momento che devono sopperire alle carenze d'organico e occuparsi anche di piccoli furti e smarrimenti. Se si conta che almeno dieci persone sono indispensabili per la parte burocratica (uffici stranieri, personale e amministrativo), ne restano solo venti per assicurare il regolare turno di servizio. «E l'unica auto disponibile a volte non è utilizzata nemmeno per pattugliare il territorio quando viene mandata a Castel Gandolfo per il servizio di vigilanza alla residenza del Papa - spiega Luigi Cifiello, segretario di Tivoli del Sap (Sindacato autonomo di polizia) - e il distaccamento di Guidonia è aperto solo di mattina e non ci sono volanti». «Adesso questa situazione non è più sostenibile - dice il segretario generale provinciale Ugl Polizia Massimo Nisida - La società è stanca e vuole garanzie di sicurezza. Se gli uomini mancano e la coperta è corta, l'unica soluzione è una riorganizzazione complessiva dei commissariati della Capitale. Ce ne sono alcuni a neanche un chilometro di distanza, come quello di Tor Pignattara e Porta Maggiore, o Tor Carbone e Colombo». Anche il procuratore capo di Tivoli, Luigi De Ficchy, solo cinque giorni fa ha rinnovato un appello che sostiene da mesi: «Serve una maggiore presenza sul territorio di carabinieri e polizia. È una richiesta che faccio spesso ma che resta inascoltata».