Quest'anno quasi novemila bambini romani sono rimasti fuori dagli asili nido comunali, altrettanti dalla scuola dell'infanzia.
Perchétante famiglie non ci hanno nemmeno provato a iscrivere i propri figli negli istituti pubblici e dunque non compaiono nelle liste degli esclusi. La situazione è drammatica perché incide direttamente sulla qualità della vita delle famiglie capitoline. La retta per un nido privato è almeno di 500 euro al mese, per la scuola dell'infanzia si parte dai 300. Sempre che si trovi una struttura privata nel proprio quartiere. In caso contrario ci si arrangia meglio che si può: i nonni se ci sono, le baby sitter se si trovano. Negli ultimi dieci anni sono stati fatti alcuni passi avanti, tuttavia Roma è ancora molto poco a misura di famiglia. Come se non bastasse, a questo si aggiunge la retorica insopportabile che arriva soprattutto dai politici, pronti a mobilitarsi in forze per ogni «family day» che si organizzi. Dicono: «Siamo il Paese della famiglia», «al centro della nostra azione politica c'è la famiglia», «la famiglia prima di tutto». Ma forse la loro. Perché quella di migliaia di romani continua a farsi in quattro ogni giorno. Ecco, almeno liberateci dalla retorica: non venite a parlarci del vostro impegno a favore della famiglia. Dopo il danno, risparmiateci la beffa.