«Ci ha colpiti perché diversi È una vergogna, addio Italia»
Comesono andate le cose l'altra notte? «Siamo usciti dal Gay Village intorno alle 4,30 del mattino e ci siamo incamminati verso il chiosco che vende panini. Con Dino scherzavamo, non facevamo niente di strano. Il tizio era lì. Ci ha detto: "Ma che fate, non vedete che ci sono due quattordicenni?": Io mi sono girato ma non ho visto alcun ragazzino. Dino ha risposto: "Perché protesta, non stiamo facendo niente di male". Dopodiché il tizio è sparito per tornare poco dopo: mi ha colpito alla testa con una bottiglia e ha sferrato due coltellate a Dino. È intervenuto anche un altro: ha preso a calci me e l'altro ragazzo, poi sono scappati». L'ha riconosciuto? «Sì, in foto segnaletica. Devo dire che i poliziotti sono stati bravissimi. Ma è una beffa: in Questura sono stato più io che il denunciato. Gli investigatori della Mobile hanno lavorato dalle 5 del mattino alle 19 della sera successiva. Con quale risultato? Tutti soldi buttati. Hanno identificato una persona che poi hanno dovuto rilasciare». Infatti è scoppiata la polemica. «Mi sento ferito nella mia dignità, mi sento umiliato. Siamo stati aggrediti perché gay, anche se non stavamo facendo niente. Non abbiamo fatto sesso in strada, eppure abbiamo dato fastidio. Anzi, penso che quel tizio aspettasse proprio qualcuno da pestare». È vero che i presenti non hanno mosso un dito? «Vero». Il sindaco se l'è presa con la magistratura, ha chiesto l'arresto dell'aggressore. «Per me si fa solo pubblicità. Se il sindaco vuole essere rappresentante di tutti deve fare qualcosa per cambiare la legge. Gli omosessuali vengono aggrediti in quanto tali. È una vergogna. La legge dovrebbe prevedere aggravanti non solo nei casi di violenza a sfondo razziale, ma anche quelle contro le diversità sessuali». È vero che restituirà il passaporto italiano? «Sì. Non lo faccio perché mi vergogno della mia italianità, niente affatto. Ogni volta che ho lavorato all'estero e ho detto che ero italiano mi hanno sempre accolto con grande cortesia e simpatia. Mi vergogno però di quest'Italia che non mi rappresenta e mi tratta da cittadino di serie B». Fab. Dic.