"Signora è troppo grassa deve pagare due biglietti"

Troppo grassa per un biglietto solo. Specialmente su un volo low cost, dove al prezzo «piccolo» si associano spesso dimensioni scomodamente proporzionate degli spazi a bordo. Ed ecco allora che una romana di 55 anni in partenza da Bari per la Capitale su un aereo Easyjet, dopo un'occhiata «scientifica» dell'addetta al check-in, si è sentita chiedere i soldi per un secondo tagliando, visto che con la sua mole avrebbe occupato due posti. Lei si è offesa, ha protestato, ha rinunciato al passaggio, è tornata a casa in auto e si è subito rivolta ai suoi avvocati per fare causa alla compagnia aerea, che a distanza di 48 ore si è scusata, ha attribuito l'«imperdonabile errore» ai suoi impiegati e ha annunciato l'apertura di un'inchiesta. Non è la prima volta. E, probabilmente, non sarà neppure l'ultima. I prezzi del carburante, i costi di gestione, le nano-tariffe che molte società praticano spingono a risparmiare su ogni cosa. Il pranzo del catering è diventato uno spuntino a base di biscotti o cracker, la Rayanair voleva addirittura far pagare l'ingresso nella toilette ai suoi passeggeri e chissà quante altre ne inventeranno pur di portarci a destinazione con un pugno di euro. Quasi sempre i viaggiatori obesi, o considerati tali (è stata ipotizzata una tabella che prevede il limite di 130 chili per gli uomini e di 100 per le donne), «abbozzano». Tirano fuori il portafogli e, borbottando, pagano la differenza. In alcuni casi, invece, passano al contrattacco. Com'è avvenuto per lo sceneggiatore francese Jean-Jaques Jauffrett, 43 anni e 160 chili, che ha ottenuto dall'Air France ottomila euro di risarcimento e il rimborso del biglietto-bis (500 euro). Una strada, quella legale, che ha intenzione di seguire anche la «nostra» signora, circa un quintale di peso. Doveva partire alle 10,45 di venerdì. Giunta al «Karol Wojtyla» del capoluogo pugliese in tempo debito, ha mostrato il bagaglio a mano e il biglietto acquistato su internet all'addetta del check-in. Ha ricevuto in cambio uno sguardo calcolatore e uno sgradevole invito: «È troppo voluminosa, se vuole viaggiare con noi deve fare un biglietto extra». Lei si è arrabbiata: «Come si permette di darmi della cicciona - ha replicato - Non sarò un'anoressica come voi hostess ma non mi è mai capitata una cosa del genere!». Niente da fare. La donna, a questo punto, ha deciso di tornare a Roma in auto con il figlio e di ottenere soddisfazione in tribunale. «La conversazione si è svolta alla presenza degli altri viaggiatori in attesa ed è immaginabile l'imbarazzo della nostra cliente - hanno sottolineato gli avvocati Anna Orecchioni e Giacinto Canzona, che ipotizzano danni morali e materiali - Un imbarazzo che è diventato ancora più forte quando la signora è stata invitata a pesarsi come se fosse un bagaglio». Sull'episodio specifico decideranno i giudici civili. Sul trattamento riservato, in generale, ai passeggeri oversize il dibattito è aperto. Se, però, il problema è la bilancia, sarebbe giusto provvedere a sconti per i viaggiatori sottopeso.