«A fine mese i nuovi bandi su accoglienza e inserimento»

C'èun circuito di accoglienza radicato sul territorio e chiunque cerchi ospitalità, la trova». È categorica l'assessore alle Politiche sociali del Comune Sveva Belviso: Roma non è «la capitale dei mendicanti» come sostenuto dallo scrittore Raffaele La Capria che «sotto un unico nome associa rifugiati politici, senza fissa dimora, venditori abusivi, finti gladiatori. Dobbiamo parlare di diverse tipologie, e per ognuna c'è una diversa gestione da parte dell'amministrazione». In centro storico, e non solo lì, i questuanti sono comunque una realtà. Qual è la vostra risposta? «Stiamo tenendo sotto controllo il fenomeno, che ha tante sfaccettature. Sul piano dei rifugiati politici, per esempio, abbiamo trovato il caos: accoglienza solo di 12 ore per queste persone, soprattutto afgani, che pagano 10mila dollari a chi organizza i viaggi della speranza. A fine agosto pubblicheremo i nuovi bandi per l'accoglienza h24 e il loro inserimento nel tessuto sociale». E per i senza fissa dimora? «Abbiamo una rete di accoglienza con 11 strutture che ospitano un migliaio di senza-tetto, le case per i rifugiati politici, altre 2.500 persone, più tutto un circuito cattolico e di associazioni di volontariato come Caritas e Sant'Egidio. Certo, accogliamo chi vuole essere accolto: molti di loro soffrono di patologie che accompagnano la volontà di vivere per strada, come l'alcolismo o il disagio mentale, e in quei casi non possiamo fare nulla». C'è anche chi è costretto a mendicare, come i minori sfruttati e obbligati a chiedere l'elemosina. «Questo purtroppo è un fenomeno legato ai bambini nomadi, che non dipende tanto dalle organizzazioni criminali ma dalla cultura predominante nelle famiglie rom che va sradicata. In questo senso l'intervento può essere solo delle forze dell'ordine: non esiste una legge nazionale né un'ordinanza locale che ci permetta di intervenire». Altri sindaci hanno puntato sull'ordinanza anti-mendicità. Il Campidoglio ci sta ripensando? «Eravamo pronti a partire anche noi. C'era la volontà da parte dell'amministrazione, soprattutto per eliminare il racket che c'è dietro. Ma l'ordinanza è stata bloccata per il timore di alcune parti, poi condivisa, che avrebbe potuto penalizzare chi mendica per mangiare, anche se eravamo preparati a strutturarla con tutte le attenzioni del caso». Viv. Spi.