Sono quasi 70 mila i lavoratori a rischio nel Lazio a causa della crisi che ha toccato buona parte dei settori economici, compresa la pubblica amministrazione e la scuola.

Diquesti già per 39.756 è scattata la cassa integrazione straordinaria nei settori di trasporto e logistica commercio, servizi, istruzione e pubblica amministrazione. La seconda realtà critica è quella della provincia di Frosinone dove a rischio sono 3.667 lavoratori, salvo evoluzioni negative per gli stabilimenti Fiat che farebbero schizzare in alto i numeri in negativo. Di questi già in cigs sono 2.177. Riguardano per lo più l'indotto dell'auto, il comparto del vetro, i servizi e la pubblica amministrazione. Anche a Viterbo non si vede l'uscita dalla crisi per 2.861 addetti dei settori della ceramica, dei servizi e della pubblica amministrazione. Di questi 2.063 sono già in cigs. A Latina sono a rischio disoccupazione 2.821 lavoratori, di quesi in cigs 1.103. I settori produttivi colpiti sono quelli della meccanica, della chimica, del tessile, della pubblica amministrazione e dei servizi. Rieti conta già 335 lavoratori in cigs ma a rischio sono in 754 dei tre settori importanti per la zona: chimica, meccanica e pubblica amministrazione. Lo scenario così negativo ha indotto la Regione a mettere a disposizione cifre considerevoli per il reddito minimo garantito da destinare a chi ne abbia le caratteristiche previste dalla legge regionale.