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«Io segretario del Pd Lazio per il dopo Alemanno»

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.Ileana Argentin, deputata ed ex delegata capitolina all'handicap durante l'era Veltroni, si candida alla segreteria regionale del Pd appoggiata da Ignazio Marino e con un obiettivo preciso: «Fare scelte coraggiose, aprire una fase nuova senza i vecchi leader attaccati da anni alle poltrone». Lei, veltroniana di ferro, perché ha scelto Marino invece di Franceschini? «Perché Franceschini non è Veltroni. Non ha la stessa sensibilità e capacità di Walter. Io di Franceschini detesto tutta la "prima fila": Fioroni e tutti i popolari in genere». Perché tanto astio? «Prima di tutto sono stati loro a fare fuori Veltroni. E poi io non accetto il falso laicismo, o si è laici o non lo si è. Non è vero che tutto può stare insieme. Pur stimando la Binetti trovo difficile che su certi temi, come il testamento biologico, possiamo trovare un punto d'incontro. Io di certo non voglio morire democristiana». Non pensa che concentrarsi solo sulla laicità possa essere controproducente? «La mozione Marino non è solo questo. Ad esempio sull'ambiente o sulle misure per affrontare la crisi mi sono sentita più rappresentata dalle sue posizioni. Per dare risposte al mondo del sociale, da sempre quello più colpito dalla precarietà, Marino ha messo al centro delle sue politiche il singolo e non gli interessi di parte. Chi vuole fare l'amministratore deve andare incontro alla gente. Fare politica sul territorio, nei circoli». Pensa che il Pd a livello regionale debba trovare nuove alleanze? E Marrazzo è un candidato che può vincere di nuovo? «Penso che per le elezioni del 2010 vada definita un'alleanza con un programma chiaro. E Marrazzo deve avere la possibilità di continuare ciò che ha iniziato. Anche se sul sociale, ad esempio, serve un cambiamento: basta con gli interventi a macchia di leopardo. Ma il vero salto di qualità va fatto a Roma». Cioè? «In Comune il Pd deve tornare a fare opposizione. Attualmente c'è una debolezza enorme perché è stata accettata la politica dei compromessi. Come è stato fatto sull'assestamento di bilancio. Bisogna saper dire dei no».

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