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Un asilo in cerca di piccoli

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Le ragioni della signora Paola C., autrice della lettera pubblicata sulle pagine de Il Tempo, sono le stesse di migliaia di mamme romane. La segnalazione di Carla, però, apre un altro capitolo di questo romanzo a puntate che si ripete ogni estate prima dell'inizio dell'anno "scolastico". Nel suo quartiere (Casal Boccone), «a due passi da casa - spiega - c'è una struttura nuova di zecca» ultimata lo scorso mese di febbraio, che potrebbe essere utilizzata. Carla sa che nel IV Municipio, dove abita, più di 600 bimbi non sono rientrati nelle graduatorie comunali. La signora C. sa, inoltre, - per sentito dire - che il Municipio non voglia o non riesca ad aprire la struttura in tempo per il mese di settembre. Eppure il nido c'è, si trova in via Guglielmo Petroni. La struttura è suddivisa in 3 corpi: un'ala per i "piccoli", un'altra per i "medi" e una terza per i bambini più "grandi". Il nido ne potrebbe ospitare 60, 20 per ogni classe, è fornito di una cucina per la mensa dei piccoli, di un bagno a misura di eventuali piccoli disabili, di un'area verde esterna per ospitare giochi, casette, scivoli, mini-tunnel e via dicendo. Avrebbe, insomma, tutte le carte in regola per ospitare dal mese prossimo un po' di bambini che non hanno trovato posto negli altri asili del IV Municipio. Cosa si apetta allora a rendere questa cosa possibile? Il IV Municipio è, inoltre, uno dei minicomuni della Capitale ad avvertire maggiormente il problema della carenza di posti nei nidi. E se per ragioni di reddito - Paola non dà informazioni a proposito - non sarà la bimba della signora C. a conquistare un posto in graduatoria per accedere alla struttura, stiamo pur certi che qualche altra mamma potrà dirsi soddisfatta. Paola C., del resto, solleva una questione tutta all'italiana. Quante strutture esistono, a Roma, in provincia e nella Penisola, più o meno nuove, più o meno adattabili ad ospitare bimbi, o magari già belle e pronte come quella di via Gugliemo Petroni che nessuno si prende la briga di rendere funzionanti? Se questo di Casal Boccone è uno di quei casi in cui basta poco così per rendere un servizio ai cittadini e far contenta qualche mamma, allora qualcuno si muova, che sia il sindaco, sia il presidente del IV Municipio o le mamme stesse, non nuove a mostrare le unghie per difendere i diritti dei propri pargoli.

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