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Stupro, prelevato il Dna agli iraniani

Analisi del Dna

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Stupro a Boccea, in mano alla procura i tamponi salivari dei due iraniani indagati per violenza sessuale. Il consulente nominato dal pubblico ministero Laura Condemi ha infatti effettuato il prelievo del materiale biologico dei due stranieri accusati da una giovane romana di essere stata stuprata due settimane fa nel parco di via della Cellulosa. Fin dal primo giorno i due iraniani, M.M., e F.F, rispettivamente di 24 e 21 anni, scarcerati dal gip Guglielmo Muntoni dopo aver convalidato il fermo dei carabinieri, si sono dichiarati totalmente estranei alle accuse avanzate dalla ragazza. Quest'ultima si era rivolta alle forze dell'ordine per denunciare la violenza sessuale che sarebbe stata costretta a subire in un parco da entrambi gli stranieri, rifugiati politici. I due iraniani, assistiti dall'avvocato Giuseppe Campanelli, sono stati iscritti sul «modello 21», il registro degli indagati, anche per lesioni aggravate. Questo perché la giovane ha presentato agli inquirenti un referto medico per alcuni lividi che aveva sul corpo, sostenendo che erano il frutto della violenza sessuale che aveva subito in terra nel parco. Tra alcuni giorni, dunque, sarà ancora una volta l'esame del Dna a stabilire se sono stati i due iraniani o meno a stuprare la giovane romana o se invece la verità è stata raccontata dagli indagati. In base alla loro versione, uno dei due aveva una relazione sentimentale con la giovane, tanto da essere stato fotografato con lei anche in alcuni locali notturni. Il giorno della presunta violenza, secondo gli indagati, uno dei due aveva avuto un rapporto sessuale consenziente con la giovane, durante il quale l'altro straniero non era invece presente. I carabinieri della Compagnia Cassia, comunque, hanno sequestrato alcuni abiti dei due iraniani e della ragazza romana, sui quali saranno effettuati altri esami scientifici.

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