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Ho assistito alla rappresentazione della Tosca, realizzata con la regia di Franco Ripa di Meana alle Terme di Caracalla.

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Ebbene,nell'ambito di una realizzazione di grande effetto, ho osservato dettagli stridenti. Alcuni aspetti della costumistica suggeriscono un ruolo degli interpreti diverso da quello della realtà e chiaramente espresso nel libretto: il barone Scarpia, capo della polizia, funzionario dello Stato della Chiesa, veste un abito molto simile a quello talare di un vescovo o di un cardinale. Anche i funzionari di polizia vestono abiti che solo con grande attenzione possono essere distinti dagli abiti del clero dell'epoca. C'è poi la scenografia del secondo atto che nella interpretazione di questa regia diventa quasi un altare. Ancora, lo strumento con cui Tosca uccide Scarpia non è un coltello, ma, incredibilmente, un crocifisso. Personalmente, credo nell'universalità dell'arte, che però è legata alla verità e alla bellezza: laddove queste siano negate, l'arte non è più universale e non costruisce il bene della persona che ne fruisce. E' il caso della Tosca, che con altre regie rispettose del testo ha provocato mille emozioni positive che avremmo voluto trovare tutte insieme anche in questa rappresentazione la quale, per ogni altro aspetto, rimane certamente memorabile. *Senatore del Pdl

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