Stuprata nel parco Dna sui due iraniani
Stuprata al parco a Boccea, è arrivato il giorno della verità. Oggi al consulente della procura sarà conferito l'incarico per prelevere un tampone salivare ai due iraniani accusati di aver violentato una ragazza romana in via della Cellulosa. E ancora una volta, dunque, sarà l'esame del Dna a stabilire se M.M. e F.F. hanno o meno abusato sessualmente di una ventenne dieci giorni fa. Dal primo giorno gli indagati, entrambi rifugiati politici, hanno respinto con fermezza le accuse della ragazza, sostenendo che soltanto uno di loro ha avuto rapporti sessuali con lei, oltretutto consenziente, e che il secondo straniero è invece totalmente estraneo alla vicenda. Il consulente del pubblico ministero Laura Condemi, titolare dell'inchiesta, effettuerà il prelievo salivare ai due iraniani in Tribunale: i due stranieri si trovano attualmente in un centro d'accoglienza. Contemporaneamente dovranno essere effettuati accertamenti anche sugli abiti che la ragazza indossava quel giorno: un paio di slip di colore nero e una gonna nera con disegni floreali bianchi, indumenti che sono stati consegnati ai carabinieri della Compagnia Cassia dalla stessa ventenne. La magistratura, comuque, sta svolgendo indagini anche sui cellulari dei due indagati e sui loro abiti. L'arresto dei due iraniani è avvenuto alcuni giorni dopo il deposito della denuncia. Il giudice Guglielmo Muntoni ha in seguito convalidato il fermo dei due indagati, assistiti dall'avvocato Giuseppe Campanelli, e contestualmente li ha rimessi in libertà in attesa dei risultati dell'esame del Dna. Intanto, la ventenne ha consegnato agli inquirenti un referto medico per alcuni lividi che aveva sul corpo, sostenendo che erano frutto della violenza sessuale. Accusa respinta con decisione dai due iraniani.