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Egregio direttore, leggo a pagina 9 del quotidiano da Lei diretto un articolo dedicato alla mancata unificazione dei vari gruppi che, a seguito del congresso fondativo, sono confluiti nel PdL.

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Sappiache sono tra quelli che ha sollecitato, alla segreteria regionale anche per iscritto, un evento che la lenta organizzazione di un partito nato da poco ancora non ha visto sbocciare. Non mi riconosco, insomma, tra i «ritardisti» che, per lucrare qualche euro in più o usufruire dei servigi di sette persone, che non ho mai assunto preferendo utilizzare quelle già presenti al Gruppo, rischiano di compromettere lo sviluppo di un importante processo politico. La mia storia personale e il mio rapporto con la pubblica amministrazione ne sono testimonianza. Tenni, tra l'altro, fermo per quattro anni e mezzo il mio stipendio da sindaco di Rieti, che avrei legalmente potuto raddoppiare, ai livelli percepiti dal mio predecessore di dieci anni prima. Anche per non somigliare a Bassolino che, come primo atto da amministratore di Napoli, si era raddoppiato l'appannaggio. Spero pertanto che anche l'articolo di Di Majo serva a rendere più celere lo sviluppo degli eventi. Grato per l'attenzione, porgo distinti saluti. * Consigliere regionale Pdl

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