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Stupri a Roma, il Dna è di Bianchini

Luca Bianchini, il presunto stupratore all'epoca dell'arresto

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{{IMG_SX}}Lunedì nel carcere di Regina Coeli era stato prelevato un suo campione di saliva per comparare i tratti genetici con quelli estrapolati dal liquido seminale trovato sui luoghi degli abusi. L'esame è stato disposto dai pm della procura di Roma, Maria Cordova e Antonella Nespola, affidando l'incarico alla dottoressa Elisabetta Mei, del Dipartimento analisi cliniche della polizia scientifica. L'accertamento è stato eseguito alla presenza del consulente nominato dai difensori di Bianchini, gli avvocati Bruno Andreozzi e Giorgio Olmi, la biologa e genetista Marina Baldi, che è anche direttrice del consultorio di genetica del laboratorio «Genoma» di Roma. Oltre al Dna, a inchiodare Bianchini è anche una sua impronta digitale trovata sul nastro adesivo usato per chiudere la bocca alla studentessa violentata in un garage di Tor Carbone nella notte tra il 2 e il 3 luglio. La procura è intenzionata a chiedere il giudizio immediato. Il rito immediato permette di saltare l'udienza preliminare e andare direttamente al dibattimento. Una scelta che sarà formalizzata dai pm al termine delle altre consulenze, tra cui quella sul computer di Bianchini, indumenti e le fascette da elettricista con cui le donne venivano legate. Sereno il questore Giuseppe Caruso: «Per me è una non notizia, perché ero sicuro già dal primo esito scientifico del Dna che era stato fatto il 10 luglio». Anche per i difensori di Bianchini il risultato «non era una cosa imprevista - dice l'avvocato Bruno Andreozzi - Malgrado Bianchini fosse completamente d'accordo di sottoporsi all'esame, la difesa aveva preso atto di tale iniziativa di Bianchini perché non si poteva escludere che potessero esserci degli esiti a lui favorevoli. Ora - riflette Andreozzi - dovremo riflettere se ricorrere al giudizio ordinario o all'abbreviato o se chiedere una perizia psichiatrica per stabilire quali sono le condizioni mentali di Bianchini stesso». «Prima di dire che Luca è matto - dice l'avvocato Giorgio Olmi - voglio che ogni altra cosa sia presa in considerazione. Per me tutto questo è una tragedia personale».

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