Scontro sul Nuovo Regina Margherita
Da presidio territoriale di prossimità a semplice ambulatorio di quartiere. Svuotato di «day hospital» e «day surgery», è questo il rischio che corre il Nuovo Regina Margherita di viale Trastevere, considerato fino a ora il vanto della politica sanitaria del Lazio ed esempio di «ospedale del territorio». Va avanti il piano di rientro regionale, nell'ottica del contenimento dei costi e della riorganizzazione prevista dal decreto del presidente Marrazzo in qualità di commissario ad acta. Ma la scure dei tagli si abbatte anche sulla struttura della Asl RmA che per prima in regione applicò, nel novembre del 2007, il progetto pilota di continuità assistenziale. Lo prevede il piano di «Riqualificazione e riorganizzazione della rete ospedaliera della Regione Lazio», oggi in discussione in Consiglio regionale in un'audizione con i sindacati Cgil, Cisl e Uil. Da 8 a zero posti letto di Chirurgia generale, da 12 a zero per «day hospital»: è quanto risulterebbe dal «piano della rete», che lascerebbe invece invariati la presenza di Rsa (residenza sanitaria assistenziale), hospice, poliambulatorio, day service, chirurgia ambulatoriale, punto di primo soccorso, aggiungendo 10 posti letto per il Ptp. In breve tempo il Nuovo Regina Margherita potrebbe nuovamente cambiare volto. Come si legge nella bozza del documento, infatti, «un arco temporale triennale può ritenersi sufficiente per realizzare una situazione a regime accompagnando gli stati di avanzamento con eventuali perfezionamenti». Niente più piccoli interventi di chirurgia che necessitavano di una notte di assistenza post-operatoria: via Onco-ematologia, Angiologia, Cardiologia, Medicina interna, Geriatria. Così come l'Endoscopia digestiva, uno dei servizi di alto livello che viaggia al ritmo di 9mila prestazioni all'anno: il piano ne prevede l'attività solo negli ospedali per acuti. Per queste specialità si potranno fare solo visite, senza possibilità di piccoli interventi, a livello di un qualsiasi ambulatorio. Con forti ripercussioni sulle liste d'attesa delle altre strutture: con l'accordo avviato a febbraio scorso con il San Camillo, sono state sfoltite di molto le liste d'attesa dell'ospedale grazie ai piccoli interventi eseguiti nel presidio di viale Trastevere, 1.600 in sei mesi. Non solo: tutti i soldi investiti nella ristrutturazione dei vari reparti, si parla di svariati milioni di euro, andrebbero persi. Il personale si dichiara in stato d'agitazione: «Quello che vogliamo capire - spiega Antonio Argentini, responsabile Cisl del Ptp Nuovo Regina Margherita - è perché la Regione decreta la chiusura dopo la riconversione. Non penso che siano 20 posti letto di day hospital e day surgery a inficiare i bilanci della sanità. Siamo preoccupati anche per la ricollocazione del personale in esubero».