All'Ara Pacis l'incontro delle religioni monoteiste

Roma non è la città dei ministeri, la città della burocrazia. No, è una città internazionale, ha una vocazione che guarda al mondo. Le spetta questo ruolo. E il sindaco Gianni Alemanno intende svolgerlo fino in fondo. Lanciando messaggi di pace, spiega il primo cittadino della Capitale nel suo intervento a conclusione della convention «Orizzonte di Valore», organizzato dalla sua fondazione Nuova Italia. Alemanno spiega proprio dell'importanza di Roma quale città del dialogo, quale «grande città del Mediterraneo capace di creare un network, di mettere in rete le esperienze diverse». E annuncia: «È nostra intenzione fare in modo che per l'anno prossimo all'Ara Pacis, simbolo della pax augustea e di quell'equilibrio, siano chiamati a raccolta i rappresentanti delle grandi religioni monoteistiche e i rappresentanti del Medio Oriente per fare in modo che il processo di pace in quell'area abbia un fondamento di reciproco riconoscimento, negando ogni fondamentalismo. Così ogni popolo avrà il diritto di avere una patria e di avere le proprie radici. Questo è il messaggio che può venire da Roma». Anzi, questo è uno dei messaggi perché il sindaco dichiara apertamente che è sua intenzione accentuare questo profilo della «capitale mondiale». Capitale che lancia messaggi al mondo. E all'Italia. Perché l'altro annuncio del sindaco riguarda la crisi economica: «Farò grandi giornate cittadine del volontariato per una grande mobilitazione del territorio, per sentirsi parte di una città come Roma. Questo è il messaggio con il quale rimetteremo in moto il nostro modo di essere». «Penso al volontariato diffuso. La nostra militanza - illustra alla base di quella che un tempo era la corrente di destra sociale - deve attivare un nuovo impegno individuale che deve rimettere in gioco una parte di sé stessa in modo gratuito per fare in modo che la comunità riesca a risorgere. Tanti cittadini vogliono sentirsi padroni a casa propria: ciò non perché si chiudono dietro casa per ricacciare tutto». E, battendo sul tasto del nuovo umanesimo da interpretare, afferma che «i cittadini hanno il diritto di osservare e difendere il proprio territorio, non per fare le ronde ma per sentirsi padroni del loro territorio, tutelando ad esempio ambiente e solidarietà sociale. Bisogna fare in modo che il cancro dell'individualismo venga sfidato quotidianamente nella vita dei cittadini». Il primo cittadino inoltre lascia intendere anche di voler celebrare, l'anno prossimo, i 140 anni di Roma capitale. Ma per ora si tratta ancora di un'idea in fase embrionale. Più avanti si vedrà.