Bianchini, al via l'esame del Dna
FrancescaMariani «Sono sicuro che non sono io il colpevole». Questo quanto affermato da Luca Bianchini, l'uomo accusato di aver commesso tre stupri nella Capitale, nel corso di un incontro avvenuto giovedì a Regina Coeli con i suoi legali, gli avvocati Bruno Andreozzi e Giorgio Olmi, secondo quanto riferito dagli stessi penalisti. Un incontro avvenuto anche per informare l'indagato che ieri sarebbe stato disposta la ripetizione del test del dna. «Il motivo di questa consulenza - ha spiegato l'avvocato Andreozzi - è che la precedente non è stata fatta con le garanzie previste dall'articolo 360 del codice di procedura penale. C'era insomma una lacuna formale che così ora si sana. Siamo anche soddisfatti perché la ripetizione del Dna era del resto stata chiesta fin dall'inizio dal nostro assistito». «Il perito dovrà anche verificare la regolarità delle operazioni di conservazione dei reperti fatta fino ad ora», ha aggiunto Olmi. All'esito dei risultati di tali analisi «vedremo il da farsi», hanno detto i penalisti. «Era abbastanza sereno e tranquillo, per quello che si può nelle sue condizioni - hanno detto - È molto combattivo e ora attende l'esito di questo accertamento. L'abbiamo trovato lucidissimo». Lunedì alle ore 16 sarà svolto in carcere il prelievo Dna dell'indagato con tampone salivare e le operazioni degli esperti inizieranno già da martedì. Gli esperti dopo aver verificato il codice genetico dovranno poi confrontarlo con i reperti e i tamponi di liquido biologico prelevati sulle donne che hanno subito le tre violenze sessuali.