Violenza e disoccupazione le grandi paure dei romani
Più della mafia, della droga o delle questioni ambientali. Sono la violenza e la disoccupazione i problemi maggiormente sentiti dagli abitanti del Lazio. Mentre la voce «stranieri e immigrati» scende al quinto posto nella scala delle insicurezze. È quanto emerge dalla «geografia della paura» descritta dalla facoltà di Scienze della Comunicazione della Sapienza per conto dell'Osservatorio della legalità della Regione, con un'indagine realizzata fra marzo e aprile scorsi su un campione rappresentativo di mille cittadini laziali. Sono le donne a temere di più (78 per cento) la violenza e i reati che minacciano il corpo e la loro vita quotidiana: furti, rapine, aggressioni, stupri. Mentre gli uomini sentono con più forza i problemi legati all'economia e al lavoro che manca (60,4 per cento). Nonostante reputino l'Italia una nazione più pericolosa (per il 63 per cento del campione la criminalità è aumentata nell'ultimo anno), i laziali si sentono più sicuri a casa propria: soprattutto nelle piccole province sotto i 15 mila abitanti, dove per il 60 per cento la situazione è rimasta la stessa. A Roma il 44,7 per cento ritiene che nella Capitale la criminalità sia cresciuta negli ultimi dodici mesi: preoccupano l'escalation percepita di droga (44,3 per cento), furti e rapine (40,3 per cento), aggressioni, violenza e risse (30,5 per cento). Ma la metà degli intervistati (50,7 per cento) si sente abbastanza sicuro nella città eterna, poco sicuro solo il 36 per cento. Netto il giudizio sugli strumenti da utilizzare per combattere la criminalità: no alle ronde nel proprio quartiere (per il 72 per cento), sì alle telecamere per la videosorveglianza (per l'80 per cento). Nei confronti dell'immigrazione emerge una realtà piuttosto tollerante, con alcuni distinguo: i due terzi ritengono che l'aumento degli stranieri favorisca la criminalità, e che gli italiani debbano avere una precedenza nelle graduatorie per l'assegnazione di case popolari e servizi di assistenza. «Credo che bisogna iniziare a ragionare sul welfare aggiuntivo – ha commentato l'assessore alla Sicurezza della Regione Daniele Fichera – Un sistema che serva a mantenere inalterato il livello dei servizi precedentemente offerti, in modo che l'immigrazione non venga vista come una minaccia». «Dal 2007 c'è stata una riduzione del 20%» dei romani che si sentivano insicuri, ha detto il sindaco Alemanno. E ancora: «Quindi cerchiamo di non fare speculazioni e retorica su questo tema».