Via Veneto, la Dolce Vita non abita più qui
Il punto di riferimento della Dolce Vita. Questo è stato negli anni '50 il Cafè de Paris, storico locale di via Veneto, a due passi dall'ambasciata americana, sequestrato oggi a Roma dal Ros dei Carabinieri, dallo Scico e dal Gico della Guardia di Finanza, nell'ambito di una vasta operazione contro i patrimoni riconducibili a cosche della 'Ndrangheta, che ha portato al sequestro di beni per 200 mln di euro tra società, attività commerciali, abitazioni ed autovetture di lusso. Icona del boom economico - Da sempre i tavolini del Cafè de Paris sono affollati da attori del teatro e del cinema internazionale, da registi, giornalisti, scrittori, Capi di Stato. Lo frequentava abitualmente re Farouk d'Egitto, che non potendo bere alcolici per motivi religiosi si accontentava di succhi di frutta. Vi si potevano incontrare giornalisti di passaggio, come Oriana Fallaci, e intellettuali del calibro di Alberto Moravia, Goffredo Parise, Pier Paolo Pasolini. Ogni tanto vi si sedevano anche Federico Fellini ed Ennio Flaiano. Era il bar preferito di Liz Taylor, Ava Gardner, Frank Sinatra e Richard Burton, che portavano con sè l'inevitabile codazzo di paparazzi. Il declino - La sera il Cafè de Paris viveva il suo momento migliore, quando si riempiva di gente che restava a chiacchierare fino all'alba, anche se i tavolini erano ormai sparecchiati. Nel 2005, però, lo storico locale di via Veneto è stato 'svenduto' per 250mila euro a un barbiere calabrese che, stando alle indagini che hanno portato al sequestro del locale, sarebbe legato alla cosca reggina degli Alvaro-Palamara.