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Operatori centri disabili protestano contro i tagli

Regione

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Circa 200 persone con cartelli, fischietti, nasi da Pinocchio e attraversamenti lenti si sono ritrovate questa mattina sotto la sede della giunta regionale. Sono i lavoratori, gli assistiti e i loro parenti di Aris, Foai e Fondazione Don Gnocchi, istituti e associazioni che si occupano di assistenza ambulatoriale, residenziale e semiresidenziale ai disabili. «In questa situazione - ha detto i direttore dei centri romani Don Gnocchi, Salvatore Provenza - rischiano i pazienti, i loro parenti e il personale. Dal 2000 la Regione ci ha fatto investire in strutture e personale e ora ci taglia i fondi». Quattro le richieste principali: rispetto dell'accordo del 26 maggio (sospensione del taglio dell'8%), rivisitazione del tetto di spesa del 2009, rispetto degli impegni della programmazione sanitaria e rivedere le attuali remunerazioni. Le associazioni accusano la Regione di ripianare «a colpi di spugna, con decreti leggi, i super deficit della sanità pubblica che ha avuto un disavanzo, nel 2009, di oltre 1 miliardo di euro e che ha determinato il taglio di 20 milioni a tutti i centri di riabilitazione». «Montino doveva solo mandare una lettera alle Asl per sospendere il taglio - ha detto il presidente regionale Aris, Michele Bellomo - ma non lo ha fatto». In tutto il Lazio i centri di assistenza sono 60, seguono circa 20mia pazienti e hanno 12.500 dipendenti.

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