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False fidejussioni, 11 in cella

La Guardia di Finanza

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Alle prime ore di ieri mattina i militari del Nucleo di Polizia valutaria della Guardia di Finanza hanno eseguito 11 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di imprenditori e professionisti che operano nel settore del rilascio di fidejussioni. Si tratta di un' operazione scaturita da un'inchiesta della procura che coinvolge numerose società situate su tutto il territorio nazionale. I militari della Finanza hanno anche eseguito sequestri per un valore complessivo di oltre 2,5 milioni di euro: sono stati messi i sigilli a proprietà immobiliari, auto di lusso e anche a un'imbarcazione a vela ormeggiata sul litorale laziale.  L'indagine della magistratura romana ha svelato l'immissione illecita sul mercato nazionale di oltre cinque mila fidejussioni, che avrebbero consentito ai componenti dell'associazione per delinquere proventi per oltre sette milioni di euro. L'organizzazione, che aveva ramificazioni anche a San Marino, secondo gli inquirenti operava in regime di abusivismo finanziario. Numerosi i reati contestati, tra i quali l'ostacolo alla vigilanza, il trasferimento fraudolento di valori e il riciclaggio. La banda, dunque, secondo gli inquirenti, aveva creato un sistema in cui nulla era lasciato al caso: società con sedi in tutta Italia con regolari consigli d'amministrazione e collegio dei sindaci. In realtà erano scatole vuote utilizzate per rilasciare fidejussioni false ottenendo fatture, queste vere, che attraverso società e banche di San Marino venivano riciclate in denaro contante. A tirare le fila, in base agli accertamenti degli investigatori, era Roberto Boldrini, 60 anni, imprenditore romano con precedenti per falso in bilancio e bancarotta. L'organizzazione, composta da avvocati, commercialisti e imprenditori, aveva creato 5 società che rilasciavano fidejussioni: la Finanza ha evidenziato che negli anni sono stati circa 5 mila quelle rilasciate per un «rischio garantito» di circa 750 milioni di euro. In totale i proventi ricavati dalla banda ammontano a circa 7 milioni di euro. I soldi venivano rinvestiti nell'acquisto di immobili di pregio di pregio, auto lussuose e yacht da favola. L'organizzazione aveva scelto San Marino come luogo per il riciclaggio. Si sentivano sicuri tanto che in una intercettazione telefonica Boldrini dice ad un altro componente: «lì le Fiamme Gialle non ci possono venire».

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