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Stupri a Roma, è battaglia di perizie tra magistrati e Bianchini

Uno dei garage dove agiva lo stupratore seriale

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È ormai entrata nel vivo la battaglia giudiziaria a colpi di consulenze per gli stupri seriali commessi tra aprile e luglio scorso. A dare il via a nuovi accertamenti scientifici è stata proprio la procura, che ha chiesto e ottenuto l'arresto di Luca Bianchini, accusato di violenza sessuale, sequestro di persona e porto abusivo di coltello. Ieri, infatti, i magistrati Maria Cordova e Antonella Nespola, hanno affidato un'altra consulenza alla Polizia scietifica, che avrà il compito di esaminare una macchia trovata su un paio di pantaloni sequestrati all'indagato, che secondo gli inquirenti sarebbe liquido seminale. Questo, comunque, è soltanto il primo degli accertamenti tecnici disposti dalla magistratura. Tra due giorni, infatti, gli stessi investigatori dovranno eseguire nuovamente l'esame del Dna sul ragioniere di 32 anni che è stato chiuso nel carcere di Regina Coeli in stato d'isolamento perché accusato di aver commesso tre violenze sessuali nei quartieri Bufalotta e Ardeatino. Un test, ha voluto sottolineare la magistratura, che è stato disposto soltanto per poter dare più garanzie allo stesso indagato escludendo l'esistenza di dubbi sui risultati scientifici ottenuti già lo scorso 10 luglio. Quando cioè gli inquirenti resero noto che il Dna «coincideva» con quello trovato sulle vittime delle aggressioni a sfondo sessuale. Ma non finisce qui. La difesa di Luca Bianchini, rappresentata dagli avvocati Bruno Andreozzi, il penalista che lo difese durante il procedimento penale del '96, che terminò con il proscioglimento del ragioniere, e Giorgio Olmi, ha intenzione di partire al contrattacco. Tanto da aver intenzione nei prossimi giorni di eseguire a sua volta sempre l'esame del Dna sull'ex coordinatore della sezione del Pd del Torrino. Esame che era stato, tra l'altro, richiesto dallo stesso indagato. In mano ai difensori a breve ci saranno tutti gli atti che sono nel fascicolo dei pm: i penalisti hanno infatti chiesto e ottenuto una copia dei documenti che accusano Bianchini.

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