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Solo 36 mesi all'ubriaco omicida

Un Carabiniere cerca salvare dal linciaggio il romeno che guidava ubriaco

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Tre anni per aver ucciso un automobilista. Ubriaco imboccò via Prenestina contromano, travolse l'auto, uccise il conducente Marco Picano di 37 anni, poi entrò in un bar e continuò a bere birra, un Peroncino. Dal locale lo tirò fuori la gente, per linciarlo. Era la notte del 7 febbraio. Ora per il romeno Daniel Dan Serban si parla di una condanna a tre anni. Trentasei mesi di condanna per una vita stroncata di 37 anni, senza neppure aver mai chiesto scusa alla famiglia del giovane ucciso accanto alla sua futura moglie Cinzia, rimasta gravemente ferita. «Mio figlio lo stanno ammazzando per la seconda volta, è una vergogna, non è giustizia» si sfoga la madre della vittima. Oggi si terrà l'udienza conclusiva. Fino a pochi giorni fa la corte stava per pronunciare un'altra sentenza: 2 anni e 4 mesi. Il pubblico ministero con l'avvocato dell'automobilista omicida si erano già accordati. Poi sono accadute due cose che hanno suggerito al giudice Giuseppe De Donato di rifissare l'udienza per oggi.   Il legale della famiglia Picano, l'avvocato Gianluca Ciampa, si è accorto di uno svarione nel conteggio della pena. E poi, in occasione dell'udienza del 14, al giudice è arrivata la lettera dei Picano, firmata dal padre Ugo e dal fratello Giuseppe: «Le confessiamo che la pena la cui applicazione è stata richiesta ci sembra incredibilmente misera. Nessuna condanna - scrivono - potrà mai ripagarci del dolore che abbiamo subito per la perdita di Marco, e non cerchiamo vendetta, ma solo Giustizia, e ci permettiamo di dirLe che la vita di Marco, come la vita di ogni uomo, non può valere così poco. Se Ella ha figli o fratelli - continuano - provi solamente a pensare da genitore, o da fratello, alla sofferenza che ogni giorno viviamo, ripensando al nostro Marco, e si domani se quella pena sia sufficiente per il male e il dolore che l'omicida ha causato. Non riusciamo davvero a comprendere tanta clemenza nei confronti di chi ha ucciso il nostro Marco, mettendosi ubriaco alla guida di una macchina che aveva rubato poco prima, correndo come un pazzo, con disprezzo della vita degli altri, oltre che della propria». Oggi i signori Picano queste parole le riconfermano tutte. Se la pena sarà di tre anni, come si dice in ambienti giudiziari, non sono gli otto mesi in più ad alleggerire il dolore. «Al romeno - spiega l'avvocato Ciampa - sono state concesse le attenuanti generiche: è incensurato, non è mai stato fermato in stato di ebbrezza».

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