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Pacco bomba recapitato al sindacato

Artificieri dei carabinieri in azione

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Una pipebomb trovata nel bagno dell'Unione sindacati autonomi europei, al primo piano di via XX Settembre 89. A pochi metri di distanza dove fu rinvenuta la sindacalista Silvana Sisti legata al letto con un corpetto da kamikaze indosso. La paura è finita ieri in tarda mattinata, quando gli artificieri dei carabinieri sono arrivati nella sede delll'Usae, hanno preso la scatola simile a una confezione da scarpe, l'hanno portata all'esterno, piazzata dietro un bidone della spazzatura facendo brillare il contenuto nel cilindro d'acciaio.  A pochi metri dalle finestre dalle ambasciate del Regno Unito e del Burkina Faso. Gli esperti dell'Arma non sanno dire se la polvere contenuta nell'arnese fosse esplosiva oppure no. Lo accerteranno le analisi. Ad avvisare i militari della scatola è stata una telefonata arrivata al centralino del 112, alle 11,30. Una voce maschile: «Nella sede dell'Usae c'è un ordigno». I carabinieri hanno subito chiamato il sindacato e poi sono corsi a disinnescare. Sul posto sono arrivati gli esperti del Ris (la Scientifca) e anche del Ros, il Reparto operativo speciale. Però non cominciano da qui le indagini affidate al Nucleo investigativo di via In Selci diretto dal maggiore Lorenzo Sabatino, e coordinate dal comandante del Reparto operativo, il colonnello Salvatore Cagnazzo. La dinamica dei fatti comincia qualche ora prima. Due persone, un uomo e una donna, salgono al primo piano di via XX Settembre. La porta del sindacato è sempre aperta. Entrano, sono entrambi di mezza età, forse romani. Uno dei due chiede di andare in bagno, dove lascia la scatola sopra un frigorifero. Quando i due escono nessuno se accorge: nella sede ci sono cinque persone. Sulla scatola è incollata un'etichetta col destinatario: «Il Caf di Palermo». Dentro oltre al cilindro di acciaio c'è un foglio con sopra stampate le istruzioni per costruire una pipebomb, di quelle che si possono facilmente trovare anche su Internet. Per tutto il pomeriggio gli investigatori hanno ascoltato i testimoni di questa strana minaccia esplosiva, senza rivendicazioni, con un destinatario che è lontano centinaia di chilometri dal luogo in cui è stato lasciata. I carabinieri hanno sentito anche il segretario generale dell'Usae, Adamo Bonazzi. Lui non saprebbe spiegare l'evento. Le ultime vicende nel quale è comparso il suo nome sono due. La prima: un processo contro di lui per presunta violenza sessuale su una dipendente dell'Usae, accusa per la quale il segretario nel 2008 è già stato agli arresti domiciliari. La seconda storia dove compare Bonazzi è del marzo scorso. Si tratta dell'inquietante sequestro di un'altra sindacalista, Silvana Sisti, 40 anni, trovata in una stanza di un bed&breakfast di via Volturno, a due passi dall'Usae, legata al letto, drogata, picchiata e con un corpetto esplosivo da kamikaze indosso. Era artigianale ma ben fatto, dissero gli artificieri dell polizia. La donna era teste nel processo contro Bonazzi. L'inchiesta è ancora un giallo.

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