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Se rovistare nei cassonetti diventa reato

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Chesi confondano però pulizia e sicurezza nelle periferie con l'elementare esigenza di nutrirsi è cosa ben diversa. Una linea di demarcazione che sembra sfuggire ad alcuni esponenti della maggioranza capitolina che tornano a chiedere un'ordinanza anti-rovistaggio, e dunque sanzioni per chi viene sorpreso a rovistare nei cassonetti. Una questione già sollevata circa un anno fa e già chiusa dal sindaco Alemanno, come ricordato ieri dal presidente della commissione Salute, Ferdinando Aiuti. Ma non basta. Alcuni consiglieri Pdl del XV Municipio sono tornati a chiedere un intervento della giunta sul problema del rovistaggio. Un appello raccolto dal presidente della commissione Sicurezza, Fabrizio Santori, che mette l'accento su chi prende oggetti e vestiti dai cassonetti per rivenderli ai mercatini dell'usato. Diversamente ci sono persone senza fissa dimora, spesso anziane, che hanno come unica fonte di sostentamento il rovistaggio nei cassonetti. Un sostentamento materiale e anche psicologico. L'aumento dell'assistenza nei confronti delle persone in forte disagio poi, non da ultimo le sei nuove mense sociali decise dalla giunta Alemanno, hanno ridotto drasticamente il fenomeno del rovistaggio nei cassonetti. Ora, introdurre sanzioni contro chi vive degli avanzi degli altri sembra più un'operazione mediatica (se non si hanno soldi per mangiare come pagare l'eventuale sanzione?) che una soluzione politica alla piaga della povertà ben presente anche nella nostra città.

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