Il legale: "Chiederò perizia psichiatrica"
«Adeguerò la strategia processuale alla scelta del mio assistito di rispondere o meno ai magistrati. Qui si sta trattando il caso di una persona irreprensibile e stimata da tutti, a cominciare da me che lo conosco da diversi anni e non potrò mai credere che si sia macchiato di cose del genere a meno che gli elementi nei suoi confronti non siano schiaccianti. In quel caso chiederei una perizia psichiatrica». È quanto ha detto l'avvocato Giorgio Olmi, difensore del presunto stupratore seriale, Luca Bianchini, prima di entrare nel carcere di Regina Coeli dove è in programma a breve l'interrogatorio di garanzia dell'impiegato di 32 anni. L'atto istruttorio sarà tenuto dal Gip Roberto Amorosi in sede di esame della richiesta di convalida del fermo di Bianchini, con contestuale emissione dell'ordinanza di custodia cautelare, fatta dai pubblici ministeri Antonella Nespola e Maria Cordova. Bianchini, in isolamento da venerdì scorso, ha finora respinto le accuse. Il suo difensore ha detto che oggi non si opporrà alla richiesta di convalida: «Bianchini - ha dichiarato - è psicologicamente devastato ed una sua eventuale scarcerazione rappresenterebbe un pericolo per la sua incolumita». Rispondendo ad una domanda sulla possibilità che la Procura chieda il giudizio immediato per Bianchini, l'avvocato Olmi ha affermato che «si tratta di questioni tecniche su cui farò poi delle valutazioni. In questo momento - ha concluso - sto vicino a Bianchini da difensore e da amico». Per quanto riguarda l'ipotesi di un eventuale compito: «Non esiste nessuna pista investigativa su un eventuale complice per gli stupri avvenuti alla Bufalotta e in zona Tor Carbone. È quanto si apprende da fonti della Questura di Roma. Solo nel caso della violenza alla Bufalotta, avvenuta a giugno, una testimone ha parlato di una persona sospetta nella zona. Si tratterebbe di un uomo che mangiava un gelato passeggiando, anche se nelle vicinanze non ci sono gelaterie. Gli agenti della squadra mobile sono concentrati sui tre casi in cui il Dna di Luca Bianchini coincide e allo stesso tempo stanno completando un censimento di aggressioni che hanno caratteristiche analoghe: una quindicina in tutto tra stupri consumati e tentati. In particolare sono sotto la lente episodi dal 2005 ad oggi. Mentre c'è scetticismo sull'eventualità che due casi imputabili a Joe Codino possano essere attribuiti a Luca Bianchini perché all'epoca era troppo giovane. Al momento non ci sarebbero, poi, elementi sull'eventuale presenza di Bianchini in zone frequentate da scambisti. Secondo gli investigatori, il ritrovamento del cellulare di una delle vittime in un piazzale di Vigne Nuove in cui si incontrano gli scambisti, non rappresenta una prova ma »solo un elemento suggestivo«.