Roma, bimbo cade dal balcone: è giallo
Una scarpina blu e un bavaglino bianco. È quel che resta del piccolo Emanuele, 20 mesi tra qualche giorno. Il suo corpicino è volato giù ieri mattina dal quarto piano di un palazzone popolare di via Luigi Lablache nel quartiere Serpentara, all'estrema periferia nord di Roma. Forse una fatalità. Emanuele era stato accompagnato da una zia a casa della nonna mentre i genitori erano al lavoro. Gli accertamenti da parte dell'autorità giudiziaria per ricostruire la dinamica esatta dell'incidente sono ancora in corso. Era l'una del pomeriggio quando, approfittando di un momento di distrazione della zia, Emanuele esce sul balcone dell'appartamento. È questione di un istante, il piccolo precipita per circa venti metri ma una tenda da sole al terzo piano lo fa rimbalzare in avanti dove il corpicino viene ritrovato distante alcuni metri in un lago di sangue. È ancora in vita. Alcuni vicini avvertiti dalle urla della zia chiamano subito i soccorsi. L'ambulanza del 118, secondo alcuni testimoni, è arrivata dopo 30 minuti, mentre l'Ares sostiene che non sono passati più di 7/8 minuti dalla chiamata. I soccorritori hanno trovato il bambino in condizioni disperate con flebili segni vitali. Poi la corsa all'ospedale Sant'Andrea dove i medici hanno cercato di rianimare il piccolo. Ma purtroppo non c'è stato nulla da fare, Emanuele è morto poco dopo. La zia, una signora di mezza età, non si dà pace. Lei, seduta su un muretto davanti casa, in un'evidente stato confusionale, continua a piangere e a pregare. In serata verrà ascoltata in Questura. I giovani genitori, la mamma di 21 anni, il papà 30, di maghrebino, avvertiti dai familiari sono corsi all'ospedale. Lì, ascoltati dagli agenti della polizia del commissariato Fidene, hanno trascorso tutto il pomeriggio per poter rivedere per l'ultima volta il loro piccolo. Per tutto il giorno gli agenti della Mobile e quelli della Polizia Scientifica hanno lavorato per effettuare rilievi sul pianerottolo e nell'appartamento. Per il momento nessuna ipotesi è stata esclusa anche se la più accreditata rimane quella dell'incidente. Ma rimane qualche dubbio sulla possibilità che un bambino di neppure due anni possa aver avvicinato una sedia al parapetto alto 1 metro e 30 e l'abbia potuto scavalcare.