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Nel Pd scoppia il caso dello stupratore-dirigente

Il presunto violentatore mentre viene trasferito in carcere

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Ancora una volta la cronaca nera diventa spunto di polemiche politiche. E i candidati alla segreteria del Pd non perdono l'occasione di accusarsi a vicenda, rimarcando ancora una volta le contraddizioni e le fratture all'interno del Partito democratico. Si accusano a vicenda per l'appartenenza al partito dello stupratore seriale, un bruto, un «mostro». «Trovo davvero incredibile che un criminale che già 13 anni fa era stato coinvolto in odiosi reati di violenza sessuale possa essere arrivato a coordinare un circolo del Pd», attacca il senatore Ignazio Marino, terzo incomodo per la corsa alla segrteria e critico verso i criteri di selezione dei dirigenti locali. «È evidente - spiega Marino - che nel Pd abbiamo una questione morale grande come una montagna, che non può essere ignorata né sottovalutata. Come vengono individuati i coordinatori dei circoli? È chiaro che non sono scelti liberamente ma imposti». Ne scoppia un caso politico, con la durissima reazione degli altri due candidati al congresso di ottobre: l'attuale segretario Franceschini e lo svidante dalemiano Bersani. «Le parole di Marino - attacca Franceschini - sono offensive per migliaia di coordinatori di circolo, quadri e centinaia di migliaia di iscritti. Una cosa è il dibattito congressuale tra candidati e anche la comprensibile tentazione di far accendere i riflettori. Un'altra è utilizzare un episodio oscuro e terribile, il caso, come abbiamo letto sui giornali per parlare di questione morale nel Partito Democratico». «Sono davvero dispiaciuto per le dichiarazioni di Marino. Cose del genere non le pensa di noi il nostro peggiore avversario», è il commento dell'altro aspirante leader democratrico, Pier Luigi Bersani. «La parola giusta è costernazione. Nessuno era in grado di conoscere l'altra faccia di Luca Bianchini», dichiara invece il senatore Lucio D'Ubaldo. «D'altra parte i coordinatori dei circoli non vengono imposti, ma scelti attraverso democratiche consultazioni tra tutti gli iscritti al partito - continua D'Ubaldo - Per questo consiglierei a Marino di scorporare dalla sua cultura cattolica l'aggiunta di alcuni ingredienti estranei e malsani». Secondo l'eurodeputato David Sassoli si tratta solo di «un drammatico fatto di cronaca. «Sarebbe poco dignitoso da parte di chiunque prestarsi a strumentalizzazioni politiche». A chiudere il caso arriva in serata una nota del partito: «Da informazioni desunte dagli organi inquirenti emerge che non c'è alcun riscontro, né nel casellario giudiziario, né nei carichi pendenti, dei precedenti giudiziari dell'imputato riferiti dalla stampa. Il Pd di Roma ribadisce il proprio sgomento e la propria costernazione per il fatto che la persona accusata con pesantissimi riscontri di essere lo stupratore seriale ricercato fosse un aderente e un coordinatore di circolo del Pd. «Pertanto ogni forma di strumentalizzazione politica - conclude la nota - deve essere respinta»

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