Primario ipnotizzava e abusava delle pazienti Condanna confermata
LaIII sezione della Corte di Cassazione ha infatti respinto l'appello del difensore del medico, confermando così la condanna a cinque anni e mezzo che fu inflitta al medico il 25 ottobre 2008 dalla III sezione della Corte d'appello. Nel giudizio di primo grado, conclusosi nel 2003, l'ex primario fu condannato a otto anni. Diversi i casi di abusi imputati dall'accusa al medico, i quali risalirebbero agli inizi degli anni '90 quando Sodaro, all'epoca in servizio presso l'ospedale romano sulla Cassia, si sarebbe «congiunto carnalmente» con due pazienti e avrebbe indotto altre a commettere atti di libidine approfittando «della loro malattia di mente» o «dell'incapacità di resistergli a causa delle loro condizioni di inferiorità psichica, da lui stesso aggravate mediante suggestione ipnotica» o «adottando una condotta insidiosa e fraudolenta (simulazione di atti terapeutici) o improvvisa, tale da non rendere possibile un'adeguata difesa». Le indagini della magistratura furono avviate sulla base di una denuncia presentata da una ex paziente, poi seguita da altre donne, ma solo due di queste, assistite dagli avvocati Antonio Cardamone e Marcello Di Sante, si sono costituite parte civile nel processo.