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«Il mio road movie verso l'Africa nera»

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Esi cimenta nella sua opera seconda da regista nel film «Un altro mondo», tratto dall'omonimo romanzo di Carla Vangelista (Feltrinelli). Le riprese della pellicola, prodotta dalla Cattleya di Riccardo Tozzi, partiranno in autunno tra Roma, Nairobi e la campagna del Kenya. «È un film sulla paternità - ha annunciato ieri Muccino alla Casa del Cinema -. E all'inizio sarà anche un road movie verso l'Africa, un continente scomodo e fastidioso che rappresenta l'inconscio del mondo. Io interpreto Andrea, un ragazzo della Roma bene che con la sua compagna, Livia, anoressica e bulimica, si fa scivolare la vita addosso, lasciandosi vincere dalla depressione e dal male sociale che non regala un futuro ai giovani. Finché non riceve una lettera dal padre morente in Kenya e, quando lo raggiunge a Nairobi scopre di avere un fratello di 8 anni nero (Charlie Rainey Jr), anche lui abbandonato. Così, entrambi orfani dello stesso padre, tornano in Italia, dove il piccolo Charlie (che ho scoperto per caso in un video clip di Tiziano Ferro) rivoluzionerà tutta la sua vita». Silvio Muccino ha chiarito anche i rapporti con il fratello Gabriele che di recente aveva svelato di avere qualche incomprensione con lui. «Non ho molto da raccontare sui miei rapporti con mio fratello e con la mia famiglia. Posso solo dire che, come ho già spiegato su "Vanity Fair", tutto è a posto. Con mio padre ho un ottimo rapporto, con mia madre pure e con mio fratello ho avuto alcuni piccoli screzi che sono stati chiariti. Io e Gabriele non siamo certo uniti nel lavoro come i fratelli Taviani ma, magari, come Ridley e Tony Scott. In ogni caso, non mi sembra nemmeno che ci siano somiglianze con il film "La ricerca della felicità" di mio fratello Gabriele, solo perché nel cast abbiamo scelto entrambi due piccoli attori di colore».

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