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Probabilmente è l'unico politico italiano che ha deciso (con tanto di lettera inviata al partito) di fare un passo indietro.

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Aguardare Giorgio Pasetto, abbronzato e rilassato nel suo studio a due passi da Campo de' Fiori, sembra che sia stata una saggia decisione. Ora coordina studi su partiti e società civile. E sorride. Molto più di quando era presidente della Regione Lazio (1993) e senatore (per tre legislature). A Roma è «uno che conta». Tanto per capirci: la «macchina da voti» Silvia Costa fa parte della sua componente. Sul rimpasto regionale, a seguito dell'elezione in Europa del presidente del Consiglio (Milana) e di due assessori (al Commercio De Angelis e all'Istruzione Costa) non sarà facile trovare la quadra, tanto che il Pd e il resto del centrosinistra sono già nel panico. Ma Giorgio Pasetto ha le idee chiare. «Il rimpasto deve rispettare tre condizioni: guardare al risultato elettorale delle Europee, stabilire un equilibrio tra le province rappresentate in Giunta e, ovviamente, cercare l'intesa con l'Udc». segue a pag. 43

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