Pd e Pdl si schierano contro i vincoli al piano regolatore
Siè tenuta ieri nella sede della commissione Urbanistica, alla presenza dell'assessore all'Urbanistica Marco Corsini, la riunione per l'esame della situazione a seguito dell'apposizione dei vincoli al Piano regolatore generale, da parte del ministero dei Beni e le Attività culturali. Durante l'incontro i membri della commissione hanno espresso preoccupazione per i vincoli apposti dal Ministero, che coinvolge un'area vastissima della città (5.400 ettari) all'Agro romano e che sconvolge la pianificazione urbanistica della città. Il presidente della commissione Marco Di Cosimo ha espresso la propria perplessità «rivolta a quegli strumenti urbanistici, già approvati o in via di approvazione, presenti in quel quadrante. Voglio ricordare - ha detto Di Cosimo - che sono interessati dal vincolo 13 quartieri ex abusivi, tre piani di zona 167 (edilizia economica e popolare,) tre programmi integrati di recupero per le periferie, e alcune compensazioni derivanti da altri programmi di tutela ambientale del territorio comunale. Per tutti questi strumenti, e quindi per i cittadini, sono oltretutto scattate le norme di salvaguardia che impediscono di ottenere i dovuti permessi di costruire. Sarà impossibile realizzare le opere pubbliche necessarie e attese da decenni dai romani». Su questo fronte maggioranza e opposizione si trovano concordi. Il capogruppo Pd Umberto Marroni e i consiglieri Pd Zambelli, Stampete e Nanni hanno ricordato come «l'apposizione del vincolo paesaggistico generalizzato sulle aree tra Laurentina e Ardeatina da parte della Soprintendenza e del ministero dei Beni Culturali, non tenendo conto delle previsioni del nuovo piano regolatore generale, approvato nel 2008 ma adottato già nel 2003, rischia di essere un colpo alla pianificazione urbanistica». Ma il Pd punta l'indice anche sulle divergenze tutte interne al centrodestra tra Governo e Comune: «Da un lato, in Campidoglio, la destra fa un bando per l'housing sociale su aree agricole, dall'altro la stessa destra al governo vincola le aree agricole e perfino quelle già pianificate dal nuovo Prg. Tale situazione è il frutto delle divisioni interne e della sordità del governo Berlusconi anche verso le istanze del sindaco, appartenente alla stessa maggioranza».