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Sigilli all'università Luiss

La sede Luiss in viale Romania (Foto Gmt)

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Potrebbe avere soltanto altri sei mesi di vita la sede dell'università privata Luiss in viale Romania. La struttura nella quale si svolgono le attività didattiche è stata infatti sequestrata dalla procura, che ha concesso sei mesi di tempo ai proprietari dell'immobile per ripristinare una serie di presunti abusi edilizi. Se non sarà possibile eseguire i lavori, l'università dovrà con molta probabilità trovare un altro luogo dove trasferire l'attività didattica. A convincere il giudice per le indagini preliminari Donatella Pavone a firmare l'ordinanza di sequestro, su richiesta dei sostituti procuratori Delia Cardia e Sergio Colaiocco, diverse violazioni urbanistiche che sarebbero state riscontrate dalla procura nel corso delle indagini. E che alla fine hanno portato, oltre al sequestro dell'immobile inaugurato l'11 ottobre 2007, anche all'iscrizione sul registro degli indagati dei titolari delle società Lamaro Appalti srl e Lamaro spa, che hanno effettuato i lavori: nel «modello 21» i nomi dei fratelli Claudio e Pierluigi Toti, e quelli dei rappresentanti legali delle società, Aldo Aronica e Corrado Martegiani. Ma non finisce qui. Lo stesso gip Pavone ha anche disposto il sequestro di sei milioni di euro, cifra che è stata versata dall'università Luiss nelle casse delle società come corrispettivo dell'affitto dell'immobile. In base alle indagini della procura, sarebbero stati commessi una serie di lavori di ampliamento in maniera illecità, come ad esempio la costruzione di alcuni lucernai e l'ingrandimento dei piani dell'immobile. Il tutto, secondo i pm, senza aver ottenuto le autorizzazioni previste per costruire su quell'area. I sei mesi di tempo concessi dal gip sono stati decisi per permettere il proseguimento dell'attività didattica e contemporaneamente per verificare se è possibile ripristinare o meno lo stato originale dell'edificio. In caso contrario, l'università privata dovrà trovare un'altra sede. «Il provvedimento cautelare riguarda presunte irregolarità formali, ascritte alla proprietà, delle procedure autorizzatorie inerenti il complesso immobiliare». È quanto precisa il direttore generale della Luiss, Pierluigi Celli, che spiega che «la Luiss quale conduttore dell'immobile risulta del tutto estranea ai fatti contestati e, nel garantire la continuità dell'attività didattica, si riserva ogni azione a tutela della propria attività e immagine».

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