Stupratore seriale, la prima vittima sarà ascoltata domani in procura
Sarà ascoltata domani dagli inquirenti della Procura di Roma la prima donna che è stata violentata da uno stupratore seriale. I pm Maria Cordova e Antonella Nespola vogliono ascoltare, dalla viva voce della giovane il racconto di quanto la stessa ha subìto nell'aprile scorso, in un garage di Tor Carbone. Sinora all'attenzione degli investigatori c'è, rispetto a quell'episodio, solo una denuncia scritta. "La Smart? Solo siocchezze" - Dell'uomo che indossa un passamontagna scuro modello "mephisto", che si serve di scotch per bloccare le sue vittime e per eventualmente impedire la visione delle telecamere a circuito chiuso, non si hanno indicazioni rispetto al mezzo che utilizzi per allontanarsi dal luogo dove agisce. A piazzale Clodio si ribadisce che "al momento" non si può dire che si serva di una automobile o di uno scooter, così come non si può esser certi che indossi dei guanti. "Sono sciocchezze", si limita a dire il questore di Roma Giuseppe Caruso a chi gli chiedeva una conferma in merito alle indiscrezioni secondo le quali un testimone avrebbe visto lo stupratore seriale scappare a bordo di una Smart. Il dna - Rispetto al caso di Tor Carbone ed a quello della giornalista aggredita alla Bufalotta, alle 2 del mattino del 4 giugno scorso, nei pressi del suo box, gli inquirenti, grazie al lavoro della scientifica, hanno una mappa genetica, un dna, dell'aggressore. Rispetto all'ultimo stupro, registrato la notte tra il 2 ed il 3 luglio, ed avvenuto sempre nella zona di Tor Carbone, si stanno effettuano verifiche sul filmato e si attende che gli esami su tamponi e rilievi genetici siano completati. Dal video nessuna indicazione - "Non si sono avuti elementi significativi - spiega gli inquirenti - dall'unico filmato che è stato portato alla polizia da una signora di Tor Carbone che in maggio denunciò di essere stata vittima di un tentativo di stupro. Dall'esame delle immagini gli esperti non sarebbero riusciti a fissare nulla. Quella ripresa, frutto di una telecamera a circuito chiuso, è troppo sgranata per restituire qualcosa. "La supertestimone? Inutile" - La poliziotta che ha messo in fuga lo stupratore, la notte del 3 luglio prima che il maniaco spostasse le sue attenzioni su un'altra donna, non è riuscita a restituire alcun identikit. Il rammarico per chi indaga è che l'agente non sia invece riuscita a bloccare il soggetto. Gli inquirenti potrebbero anche sentire i vicini di casa delle vittime. "Potrebbero aver sentito qualcosa". Il modus operandi - Un profilo psicologico del "mostro di Tor Carbone", come l'hanno ribattezzato alcuni giornali, al momento è impossibile. "Il dato certo è che non eccede. Approfitta delle donne, ma non esagera, non offende. Lo scotch lo utilizza per rendere inoffensive le sue vittime, ma non prende nulla. Il cellulare lo getta, così come le chiavi dell'auto che gli vengono consegnate nella speranza che si fermi". Sempre intorno al Gra - Gli inquirenti hanno evidenziato un'altra particolarità dello stupratore seriale di Roma: agisce sempre in zone nei pressi delle uscite del Grande Raccordo Anulare, probabilmente per garantirsi una via di fuga. Forse anche per questo gli stupri, per ora quelli accertati alla Bufalotta e all'Ardeatino, sono avvenuti in quartieri residenziali di recente costruzione, lontano dal centro della città.