Prorogato lo stato di emergenza idrica
Ilprovvedimento è stato chiesto dal prefetto di Roma «al fine di contrastare l'emergenza idrica e l'inquinamento ambientale nei territori dei Castelli Romani». Anche perché rispetto alla crisi idrica, iniziata nel 2002, «la situazione di emergenza permane e comporta la necessità di portare a compimento il piano degli interventi straordinari predisposti dal Commissario delegato al fine di giungere al completo superamento della situazione di criticità nonché porre in essere i necessari adempimenti finalizzati ad assicurare nei Comuni interessati l'approvvigionamento idrico in deroga alla normativa vigente». Come il più grande bacino idrico d'accumulo del Lazio in progetto agli Altipiani di Arcinazzo, dove il commissario Massimo Sessa dovrebbe realizzare un serbatoio con una capacità di 30 mila metri cubi in grado di garantire sino a 24 ore di autonomia ai 48 Comuni. Anche la «Regione ha trasmesso una nota con cui si ipotizza che, ove non venisse prorogato lo stato di emergenza, la situazione di inquinamento e di crisi idrica potrebbe subire un aggravamento anche in considerazione della stagione estiva». Ma la giunta regionale ha anche deliberato «di stabilire che il prelievo idropotabile dalla sorgente del Pertuso dovrà essere contenuto entro il valore massimo di 360 litri al secondo» perché la principale fonte dell'Aniene deve anche «garantire il rispetto del deflusso minimo vitale» del fiume, in condizione di deficit di deflusso secondo gli studi dell'Autorità di Bacino». Ant. Sbr. OREDROB:#SBRANT@%@