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Sconti nei negozi tutto l'anno A settembre un referendum

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«Liberalizzarei saldi», perché i tempi sono cambiati, la crisi del settore incalza, i commercianti devono poter essere liberi di scontare la merce tutto l'anno se ne hanno la necessità e soprattutto, va ripetendo Saponaro, ogni volta che si ripropone la questione, «i saldi non hanno senso quando i negozianti disattendono la legge e anticipano le svendite mascherandole da finti sconti o promozioni». Via al dibattito. Dalla parte della liberalizzazione si sono schierati apertamente pochi altri politici e qualche associazione dei consumatori. Mentre a dire no sono le associazioni dei commercianti e gli stessi esercenti che continuano a vedere nei saldi l'evento per far ripartire le vendite. Intanto, però, Saponaro ha dato proprio ieri il via ad un osservatorio sulle vendite promozionali nel territorio regionale del Lazio per dimostrare che i saldi, in realtà, non servono a questo scopo. E si è spinto oltre: a settembre, di concerto con alcune associazioni di settore, nelle principali vie commerciali della Capitale saranno raccolte le firme dei cittadini per chiedere la liberalizzazione dei saldi. Qualcuno l'ha già fatto. Nei mesi scorsi la Provincia di Trento ha liberalizzato le vendite con l'obiettivo di stimolare la concorrenza dei consumi. Potrebbe succedere anche nel Lazio? Confcommercio e Confesercenti si augurano di no. Entrambe sono da sempre forti sostenitrici dei saldi, pur rendendosi conto che qualcosa si potrebbe cambiare. La Confesercenti, ad esempio, chiede da tempo che ai saldi siano accompagnati eventi di vario genere in grado di attrarre romani e turisti. Una linea che sembra condivisa dall'attuale assessorato comunale al commercio guidato da Davide Bordoni. Per i saldi estivi, infatti, sono state promosse alcune iniziative come la «Notte Bianca dello shopping» all'Eur, che si è tenuta ieri, primo giorno dei saldi. E lo stesso Bordoni ha ricordato l'importanza delle svendite per «rafforzare il commercio che a Roma rappresenta dal 30 al 40% dell'economia capitolina». Altra questione, l'anticipo dell'inizio dei saldi regolato un paio di anni fa con legge regionale e voluto dall'assessore alle Attività produttive Francesco De Angelis. Il provvedimento, in realtà, non è mai stato guardato bene dalle associazioni dei commercianti e soprattutto dalla Confesercenti che giudica «prematuro l'inizio dei saldi quando l'inverno e l'estate sono appena iniziati». In effetti, come chiamare saldi di fine stagione quelli che hanno inizio il primo sabato di gennaio e il primo di luglio? Eppure non tutti i commercianti sono d'accordo con questa linea di pensiero. Anche ieri, ad esempio, non sono stati pochi quelli a dichiarare «che non aspettavano altro che i saldi iniziassero», «che almeno in questo modo si venderà qualcosa, visto il calo delle vendite registrato anche in questi mesi». Insomma, il dibattito resta aperto e c'è da scommettere che non si chiuderà in tempi brevi. Nel frattempo, forse, basterebbe rispettare e far rispettare quelle leggi e quei regolamenti che ci sono e che sono stati quasi sempre concordati con le associazioni di categoria. Perché certo non si può far finta di niente quando qualsiasi cittadino può accorgersi da solo, guardando le vetrine dei negozi che pubblicizzano saldi mascherati durante tutto l'anno, che la liberalizzazione a Roma, almeno nei fatti, è già iniziata. Dam. Ver.

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