Festa del cinema e della cultura
«La prima volta che sono venuto a Roma, da bambino, mio padre mi ha portato in carrozzella in via Condotti. Dal Caffè Greco usciva il profumo delle paste e lui mi disse che a Roma per strada, invece dell'odore del pane, si sente quello delle brioches». Cinquant'anni dopo Michele Placido torna in quella strada per ricevere il «Premio Via Condotti». E con lui altri due «immigrati» di lusso che nella Capitale hanno fatto fortuna: Paolo Villaggio e Massimo Ranieri. A Palazzo Torlonia ieri sera il tempo è stato clemente. Il cortile traboccava di nasi voltati all'insù, nel timore di un acquazzone. Duecento sedie allestite in platea e tavoli imbanditi sul loggiato, per una serata di festa del cinema e della cultura. In passato hanno ricevuto il premio Giorgio De Chirico ed Eduardo De Filippo, Renato Guttuso e Federico Fellini, Vittorio Gassman e Mario Monicelli. Ieri nella folla degli invitati si riconoscevano Lina Wertmuller, Gabriele Lavia, Monica Guerritore con Roberto Zaccaria, Paolo Garimberti, Maurizio Scaparro, Gianni Letta, Elsa Martinelli, Marta Marzotto, Sandra Carraro, Marisela Federici, Pietro Valsecchi, Paola Lucidi, Jas Gawronski, Donna Assunta Almirante e il Vescovo Azeglio Manzetti. A fare gli onori di casa la principessa Olimpia Torlonia e il presidente dell'associazione Via Condotti, Gianni Battistoni, che non ha dubbi sulla vitalità del premio: «Dopo tanti anni, e sono ormai ventidue, potrebbe sorgere il dubbio che i candidati siano in via di esaurimento, ma evidentemente Roma è molto più amata di quello che noi tutti pensiamo». Proprio in onore di Battistoni, Massimo Ranieri si è presentato in elegantissimo doppiopetto e con una cravatta vintage acquistata anni fa nel sua boutique. Paolo Villaggio invece, accompagnato dalla moglie Maura e dal figlio Piero, sfoggiava una tunica bianca con pantaloni a fiori e scarpe dorate. «Di Roma amo le piazze, le strade dell'eleganza. Però la politica negli ultimi quarant'anni ha rovinato la città», ha confidato lontano dalle orecchie di Walter Veltroni, anche lui presente come Gianni Letta. A consegnare il premio al ragionier Fantozzi è stato Peppino di Capri. Un riconoscimento speciale è stato dedicato alla memoria di Susanna Agnelli, ricordata dalla figlia Samaritana Rattazzi. Poi un fuori programma, quando Massimo Ranieri ha cantato «Reginella» e «Roma nun fa la stupida», accompagnato dal pianoforte. E alla cena susseguente, un menù con lasagnette al pesto in onore di Villaggio, riso nero alle erbe e straccetti di pescespada.