Io guarito con le preghiere della «santa» dei militari
.Dopo una biopsia, ritenendo questo tumore inoperabile, questo mi aveva diagnosticato che io avessi venti giorni di vita». Comincia così, con queste parole drammatiche, la testimonianza di una guarigione ritenuta «prodigiosa» da un architetto romano di 61 anni, Rodolfo Violo, docente universitario, una delle migliaia di persone, a Roma e in Italia, convinte di essere emerse dal tunnel senza via d'uscita della malattia, grazie alle preghiere di un'anziana donna lucana, Francesca Lancellotti Zotta, che ha vissuto per più di trent'anni chiusa in casa a Roma, dove ha trascorso l'esistenza pregando e ricevendo le visite di centinaia di persone, che le sono state devote come una santa in vita, fino all'anno scorso, quando, prossima ai 90 anni, è spirata nella sua casa in via Cavour. Nel suo ricordo si affidano ancor oggi con la preghiera, per superare le difficoltà della vita. A inviarci la testimoniana del prof. Violo è stato il cognato, Ernesto Tafuri, medico chirurgo romano e dentista dei vip, uno delle migliaia di devoti a San Michele Arcangelo, che ogni anno si recano in pellegrinaggio a Oppido Lucano nell'oratorio privato dove più di 50 anni fa, il 7 luglio 1956, alla ancor giovane Francesca Lancellotti Zotta, sarebbe apparsa la visione dell'Arcangelo San Michele che le inviava un messaggio: andare a Roma e vivere pregando. Tra i suoi devoti, che si recano in pellegrinaggio nel paesino vicino Potenza che diede i natali alla Zotta, ci sono anche molti appartenenti delle forze dell'ordine, Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia, dopo la prodigiosa guarigione del tenente della Finanza Fabio Cerquetani, che durante un'operazione antidroga fu colpito alla testa da un colpo di pistola ed entrò in coma. Anche quest'anno, il 12 luglio, i pullmann militari andranno in Lucania: la partenza la notte precedente il 12, tra mezzanotte e l'una, da piazza Cavour, piazza Bologna e piazza San Giovanni Bosco, sulla Tuscolana. Il responso dei medici per Violo fu come una sentenza senza appello. Ma il docente non si scoraggia. «In quella occasione, avendo sentito parlare di Francesca Lancellotti Zotta - prosegue la testimonianza - andai a trovarla in via Cavour nella sua abitazione in compagnia di mio cognato Ernesto Tafuri e di un suo amico, che ce l'aveva presentata. Questa donna sorridendomi mi disse che ero sotto la protezione della Madonna, che dovevo stare tranquillo perché sarei certamente guarito dal mio male. Mi chiese anche di andare in pellegrinaggio ad Oppido Lucano nell'oratorio privato dedicato a San Michele arcangelo in via Cervellino 70, cosa che feci approfittando dall'occasione di un pellegrinaggio organizzato dalla Guardia di Finanza». Violo prega. E nonostante non gli fosse stata data alcuna speranza, inizia le cure. I risultati arrivano. «Di fatto dopo circa nove mesi - continua il racconto -, attraverso cinque cicli di chemio e poi altri quattro di radioterapia, eseguite sotto la guida di medici francesi nell'ospedale regionale de la Source a Orleans, ho recuperato la mia salute». La convinzione di Violo è che senza la fede non si sarebbe salvato. «Da allora mi sento restituito alla vita - dice -, sicuramente perché Dio è stato misericordioso nei miei confronti tramite l'intercessione di Maria e certamente anche di quella donna, Francesca Lancellotti Zotta».