Difesa, militari a rischio sfratto

Circa 5.500 richieste di aiuto via fax sono arrivate sulla scrivania del ministro Ignazio La Russa. Sono gli appelli contro il pericolo sfratti dei residenti degli alloggi della Difesa coordinati dal comitato Casadiritto. Oltre 1.500 sono giunte da Roma, circa 500 dalla sola Cecchignola. Si tratta dei cosiddetti «sine titulo», militari rimasti nelle case della Difesa oltre il periodo di assegnazione, poi regolarizzati con leggi di Stato, da anni paganti affitti maggiorati a seconda del reddito. «Nell'imminenza dell'invio presso le competenti Commissioni Difesa - si legge nei fax - del Regolamento attuativo ai sensi dell'art. 2 Legge 244 (costruzione, ristrutturazione degli alloggi di servizio da realizzarsi attraverso la vendita degli alloggi non più utili), il Comitato Casadiritto Le chiede un urgente incontro». Il regolamento, oggi al Consiglio di Stato, prevede che gli utenti economicamente più deboli, non potendo acquistare, potranno rimanere in quelle case per soli 5 anni e solo se avranno un reddito massimo di 19.000 euro (limite senza riscontro in leggi del settore). Inoltre, pur stabilendo l'opzione d'acquisto per tutti gli utenti, non prevede una definizione della lista delle case da alienare contestuale all'approvazione del regolamento stesso: nell'interregno potrebbero partire gli sfratti. Grave preoccupazione viene però dall'analisi in Commissione IV Difesa al Senato, il prossimo I luglio, del Ddl 151 del senatore Ramponi che addirittura cancella ogni diritto di opzione d'acquisto per gli utenti. Rimane la tutela per chi è in fascia protetta (reddito lordo a famiglia: oggi entro i 38.651,47 euro) nel limite annuo stabilito dalla Difesa. A Roma questi appartamenti stanno a Monte Mario, Tor di Quinto, Cecchignola (via dell'Esercito, dei Bersaglieri, dei Paracadutisti, degli Avieri, dei Genieri), Balduina, Medaglie d'Oro, Torrevecchia, Prenestina, Trionfale, Trullo, Flaminia, Pineta Sacchetti e Trastevere: circa 650 gli alloggi con famiglie in fascia protetta.