La Regione: «Il piano di restyling è pronto» Sopralluogo nei tunnel: lavori finiti entro l'anno
Unintervento che prevede l'abbattimento di alcuni padiglioni. I cantieri dovrebbero aprire entro la fine dell'anno. Il vicepresidente della Regione Esterino Montino annuncia che «nei prossimi giorni verrà convocata la conferenza dei servizi per il via libera al progetto». Un «masterplan» che ha già avuto l'ok del ministero della Sanità e del Genio civile e che attende ora quello della soprintendenza ai Beni architettonici. Il progetto di ristrutturazione, messo a punto da uno studio di architetti, vincitore del «Concorso internazionale di progettazione Policlinico Umberto I» è stato consegnato alla Regione pochi giorni fa. Montino fa sapere che «sono stati già stanziati 150 milioni, oggi stiamo realizzando un lavoro importante, prima con le gallerie, ora con questo masterplan». Proprio per porre un freno alle polemiche sulle gallerie, ieri mattina Montino ha effettuato un sopralluogo nel cantiere accompagnato dal dg Montaguti e dai giornalisti. È stata l'occasione per toccare con mano lo status dei lavori. Il 65 per cento dei tunnel che collegano sotto terra i padiglioni dell'ospedale (2,7 chilometri in tutto) è stato completato e la consegna completa è prevista per la fine dell'anno. Nel corso dei lavori si sono rotte delle tubature (una nei giorni scorsi) e nuove infiltrazioni hanno danneggiato le pareti in più punti. Un controsoffitto ha ceduto e sono stati trovati migliaia di fili elettrici di cui non si era prevista l'esistenza. Tanto che è stato necessario introdurre una variante al progetto iniziale per porre rimedio a quelli che sono stati definiti «imprevisti che avvengono in ogni cantiere». Il direttore regionale della protezione civile, Maurizio Pucci, supervisionerà i prossimi lavori di bonifica. Cinque le criticità a cui porre rimedio. Bisognerà intervenire sulle linee di vapore pensili con un alto rischio di rottura; su fogne e manti; su controsoffitti, rivestimento delle pareti e linee elettriche scoperte dopo i diradamenti. Il motivo per cui è stata necessaria queste variante al piano iniziale lo spiegano gli stessi tecnici nel loro ultimo rapporto, secondo cui sono emerse «criticità che, anche per la concitazione delle fasi di progettazione nel 2007 sotto la pressione dell'opinione pubblica, non era stato possibile trovare, sia per la collocazione occulta sotto chilometri di tubazioni». Dar. Mar.